Il Comune nel ruolo di “facilitatore “
La crisi economica più incisiva e deleteria, sotto ogni profilo, degli ultimi cinquant’anni invita anche gli amministratori locali alla rimodulazione del proprio ruolo per sollevare in parte le difficoltà delle imprese e di tutte le forme di iniziativa imprenditoriale. La crisi globale è nata prima dal punto di vista finanziario nel 2007 con i famosi titoli sub-prime, i derivati, i cds trasformandosi da un fenomeno endemico in una epidemia dai caratteri globali. A questa è seguita la crisi dell’economia reale, con il credit-crunch delle banche, la maggiore selezione da parte del mercato che ha segnato il destino delle aziende meno capitalizzate e meno competitive, con un effetto domino che ha portato a tassi di moria delle imprese mai registrati, livelli di disoccupazione inverosimili con un successivo calo dei consumi, livello dei redditi decrescenti, evasione fiscale sempre più diffusa ed un progressivo impoverimento della classe sociale o ceto medio, quello che notoriamente sostiene di più i livelli di consumo. Teorema questo avvalorato proprio recentemente dal premio Nobel Joseph Stiglitz con la presentazione del modello della distribuzione della ricchezza. Siamo, purtroppo, arrivati alla terza fase dove la crisi reale comincia a trasformarsi in crisi sociale con numerosi casi di suicidi, ricorso senza precedenti alla CIG, affollamento delle agenzie locali della Charitas, addirittura casi di mercificazione dei propri organi per garantirsi la sopravvivenza. Il tutto in un contesto politico vischioso ed impantanato orientato a risolvere i problemi di più immediata necessità quali la copertura del Bilancio, l’uscita dalla procedura d’infrazione di Bruxelles, il rispetto del 3% rapporto deficit/pil, incertezza sulla soluzione Imu, introduzione pasticciata della Tares; argomenti quest’ultimi che rendono sempre più difficoltoso ed affannato l’operato delle amministrazioni locali sulle quali sono stati traslati diversi aspetti di imposizione tributaria con il compito di ricoprire anche la funzione di sostituto di imposta.
Luigi Colantonio: Bene, questo il contesto economico e politico generale. Lei nelle vesti di direttore di banca e di consigliere comunale con ruolo di Presidente del Consiglio, ha un termometro ben preciso delle difficoltà dell’economia locale. Come e con quali strumenti possono intervenire gli amministratori locali per mitigare questa crisi provando a risollevarne le sorti?
Le amministrazioni comunali non sono deputate a svolgere attività di politica economica ma possono in parte contribuire nel risvegliare quei settori trainanti che caratterizzano le nostre località costiere quali il turistico/ricettivo e l’immobiliare ricoprendo il ruolo di “facilitatore” con pacchetti di agevolazioni tributare quali la Tarsu/Tares, Imu ed altri canoni, da riconoscere sia alle nuove imprese che al le aziende virtuose che presentano determinate certificazioni di qualità ambientale, per un periodo ad es. di tre anni. Le amministrazioni comunali dovranno, da subito, contribuire a facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta; il pacchetto delle agevolazioni rappresenta un buon supporto per le imprese del nostro comprensorio già vessate dal cosiddetto cuneo fiscale.
Luigi Colantonio: Con quali risorse considerato che le amministrazioni lamentano sempre la difficoltà di quadratura di bilancio e di progressivo taglio dei trasferimenti dal governo centrale?
Le Amministrazioni comunali hanno bisogno innanzitutto della stabilizzazione dei flussi finanziari, aspetto che non viene al momento garantito dalla continua mutazione delle regole impositive del Governo centrale (ad es. Imu, Tares). In presenza di stabilità dei flussi si possono comunque adottare politiche di bilancio orientate nella direzione degli incentivi menzionati ottimizzando l’utilizzo di tute le risorse a disposizione.
Luigi Colantonio: Come si “facilita” l’incontro tra la domanda e l’offerta?
Oltre ai pacchetti di agevolazioni possiamo elencare quattro iniziative che le Amministrazioni possono adottare valorizzando il proprio personale, facendo emergere le competenze e le cosiddette “skill” presenti in organico; al cittadino interessa avere un consulente allo sportello che lo guidi alla risoluzione dei problemi . Ogni amministrazione dovrebbe creare uno “Sportello Impresa”, dinamico e propositivo che non attende il cittadino o l’imprenditore ma che lo contatti. A Pineto abbiamo adottato il nuovo Piano Agricolo ed il nuovo Piano Casa; se non avviciniamo con forum, workshop, tavoli tecnici le categorie di professionisti ed imprenditoriali interessate il Piano Agricolo di Pineto, che presenta diverse opportunità imprenditoriali, resterà soltanto una bellissima tesi di laurea così come il Piano Casa che potrebbe risvegliare la piccola carpenteria e le ristrutturazioni legate anche alla conferma, di questi giorni, del pacchetto delle agevolazioni sugli ecoincentivi , sarà appannaggio di pochi. A queste si affianca anche la revisione dei Piano Regolatore Generale con la recente approvazione dello Schema Strutturale Strategico con tutte le opportunità in esso racchiuse.
L’introduzione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (Suap) è stato un primo passo importante ma ricopre una funzione tecnica ed amministrativa alla quale deve essere affiancato un approccio basato sulla consulenza e sulla conoscenza delle potenzialità che gli strumenti di programmazione e di pianificazione prevedono in tutti i settori, industriale , commerciale , artigianale e turistico.
Luigi Colantonio: Le altre iniziative quali sono?
Il Comune di Pineto in passato ha sperimentato lo sportello “InformaGiovani” ; penso che oggi con tassi di disoccupazione giovanili preoccupanti tale strumento sia ancora più funzionale ma non soltanto per la ricerca del lavoro e del primo impiego bensì sempre per “facilitare” la conoscenza delle opportunità, la formazione, l’associazionismo, cultura, tempo libero, turismo, studio e lavoro all’estero, sport, ovvero tutti i principali ambiti di interesse giovanile. Il tutto in completa sinergia con la rete di sportelli del Centro per l‘Impiego Provinciale.
Luigi Colantonio: Il settore turistico è quello che ad ogni fine stagione estiva registra risultati negativi con percentuali di perdite di presenze allarmanti ! Quali soluzioni per rivitalizzare un settore che per le cittadine della costa rappresenta trainante sia a livello occupazionale che per indotto?
L’argomento è complesso e deve essere affrontato o con una prospettiva di breve periodo o con una visione di lungo periodo. Da anni si lamenta nel nostro comprensorio l’assenza di una politica del turismo incisiva e lungimirante per la quale ci vuole una scelta strategica che riassuma le peculiarità e le eccellenze di una cittadina costiera in un “brand“, che venga promosso e pubblicizzato nei canali di comunicazione specialistici. Per fare ciò bisogna prima individuare il modello che può essere anche allargato ad una intera area regionale, come ad esempio il comprensorio del Cerrano. Per restare in tema la candidatura Unesco delle Terre Cerrano non è stata percepita dagli amministratori dei tre Comuni coma una opportunità di promozione integrata del territorio; la miopia locale ha prevalso sul glocalismo inteso come visione organica del turismo. Il turista deve avere la percezione di vivere in ogni momento in un’unica area con una offerta unica dei servizi ; a tal proposito avevo proposto la card del Cerrano ma si è dimostrato da subito un progetto di difficile realizzazione quando , invece, in altre realtà tale strumento ha prodotto risultati interessanti. In tale contesto ogni Comune del comprensorio perseguirà un proprio modello , alla ricerca della valorizzazione della propria identità.
Luigi Colantonio: Si ma a breve termine, in attesa che ognuno ritrovi la propria identità?
Il turismo è un prodotto, come tanti altri, che si vende per il prezzo e per la qualità. In un mercato altamente competitivo che risente sia della mutazione dei costumi, delle abitudini, della globalizzazione dei consumi bisogna sempre chiedersi perché un turista debba scegliere le nostre località piuttosto di altre. Poi vi è il fenomeno del pendolarismo e delle seconde case… sono tutti aspetti che rendono il settore complesso e che richiedono una analisi dettagliata. Il livello dei prezzi dalle nostre parti sembra alto rispetto ai servizi offerti. Bisogna attivare una serie di leve in quanto il turismo locale vive anche dei residenti, dei pendolari e non soltanto dei forestieri; sempre più spazio, quindi, alla mobilità sostenibile, con reti di piste ciclabili, la viabilità fluida e la presenza di parcheggi, calendario delle manifestazioni adeguato, grandi eventi ed una politica sulla cultura. Per la cosiddetta destagionalizzazione bisogna puntare su eventi sportivi e ricreativi che abbiano una valenza ed un respiro nazionale. Nel breve termine, pertanto, bisogna pensare ad una politica del turismo basata sui“particolari“: servizi, comunicazione, accoglienza, mobilità sostenibile e qualità delle acque, eventi, manifestazioni; tanti “particolari“ costruiscono un modello che deve essere condiviso da tutti i cosiddetti stakeholder o portatori d‘interessi. Per essere competitivi sul nuovo mercato del turismo che si è delineato bisogna applicare, come una qualsiasi azienda, il modello di Porter con l’analisi delle cinque forze competitive che ti posizionano sul mercato: il target di clientela che si vuole conquistare, i concorrenti diretti e quelli potenziali nonché futuri, analisi dei fornitori intesa come valutazione dei costi in termini di comunicazione, accoglienza, tour operator , forme alternative di fare turismo. L’adozione di un modello passa quindi dalla conoscenza del mercato.
Luigi Colantonio: Ma le strutture ricettive sono adeguate ?
Silvi Marina ha delle strutture turistiche ricettive dimensionate a differenza di Pineto, ed un calo di presenze si registra comunque, quindi il problema non è soltanto la capacità ricettiva quanto tutti gli altri aspetti che concorrono nella scelta di una località piuttosto di un’altra. La presenza o meno di strutture dimensionate è diventato un aspetto secondario; bisogna prima chiedersi perché il turista deve venire dalle nostre parti ed a quale prezzo. La nostra è un’area altamente pregiata; una Città d’Arte come Atri, due borghi medioevali (Mutignano e Silvi Paese) una Torre Aragonese (Torre di Cerrano), due aree protette (Riserva Naturale dei Calanchi e l’AMP Torre del Cerrano), spiaggia con fondali bassi ed un sistema qualità ambientale ampiamente riconosciuto e ipercertificato. Non siamo stati in grado, sino ad oggi, di trasformare un’area regionale così pregiata in un unico contenitore con una visione integrata del territorio. Purtroppo la politica di lungo periodo non ripaga subito l’amministratore di turno e viene sottovalutata se non snobbata. Al che proliferano tante iniziative le quali prese singolarmente si presentano valide (Carta europea sul turismo sostenibile-CTES , Dmc “Riviera dei Borghi d’Acquaviva, proliferazione di organismi che recano il nome Terre del Cerrano) ma che non riescono a fare sistema , anzi creano dispersione se non confusione.
Luigi Colantonio: Il mercato immobiliare come e quando riparte?
Il mercato immobiliare attraversa una fase che non si riconosce in un ciclo economico ordinario, reso problematico da tanti altri fattori quali la mancanza di fiducia, maggiore difficoltà di accesso al credito per vie delle maggiori garanzie richieste, precarietà del lavoro, prezzi comunque alti nonché tutti gli aspetti fiscali e tributari (imu, tares, service tax, irpef) che fungono da freno all’acquisto. Il mercato ha bisogno comunque di maggiore trasparenza in quanto, nonostante tutte le barriere elencate, i prezzi sono sicuramente ancora alti. L’amministrazione comunale, anche qui, potrebbe svolgere il ruolo di “facilitatore“ adottando iniziative che favoriscano l’incontro della domanda e l’offerta.
L’istituzione di una Borsa turistica/immobiliare (borsino) fisicamente dislocata al centro della cittadina , con tutte le agenzie immobiliari e di affitto consorziate, monitor e display che riportano tutti i prezzi di offerta delle unità immobiliari, consulenza ed assistenza al turista con dati della Camera di Commercio e dell’Agenzia del Territorio potrebbe essere un’idea.
Luigi Colantonio: Quindi in definitiva il Comune si deve ritagliare questo nuovo ruolo di facilitatore nel far ripartire l’economia locale,le imprese e di conseguenza l’occupazione.
Abbiamo individuato cinque leve che le Amministrazioni Comunali devono attivare però congiuntamente ed in maniera sinergica se si vogliono risultati nell’immediato: lo Sportello Impresa, l’InformaGiovani, la Borsa Tursitico/Immobiliare, una politica del turismo basata sui “particolari“ed il Pacchetto di Agevolazioni. In questa maniera può recitare attivamente il ruolo di facilitatore creando le basi ed i presupposti per una ripresa dell’economia locale basata sulla manifattura, sul turismo, sull’immobiliare ed il piccolo commercio; un approccio di stampo schumpeteriano dove la creatività a volte si crea con azioni forti e discontinue. Anche se l’innovazione più importante sarebbe quella della riduzione drastica dei tempi di tutti i processi decisionali, sia di natura politica che amministrativa, indispensabile per anticipare i tempi della ripresa economica.