IMPRESA, ECONOMIA ED OCCUPAZIONE

Il Comune nel ruolo di “facilitatore “

La  crisi economica più incisiva  e deleteria, sotto ogni profilo, degli ultimi cinquant’anni   invita anche gli amministratori locali alla rimodulazione del proprio ruolo per sollevare in parte le difficoltà delle imprese e di tutte le forme di iniziativa imprenditoriale.  La crisi globale è nata prima  dal punto di vista finanziario  nel 2007 con i famosi titoli sub-prime, i derivati, i cds trasformandosi da un fenomeno endemico  in una epidemia dai caratteri globali. A questa è seguita  la crisi dell’economia reale, con il credit-crunch delle banche, la maggiore selezione da parte del mercato che ha segnato il destino delle aziende meno capitalizzate e meno competitive, con un effetto domino che ha  portato a tassi di moria delle imprese mai registrati, livelli di disoccupazione inverosimili con un successivo calo dei consumi, livello dei redditi decrescenti, evasione fiscale sempre più diffusa ed un progressivo impoverimento della classe sociale o ceto medio, quello che notoriamente sostiene di più  i livelli di consumo. Teorema questo avvalorato proprio recentemente dal premio Nobel Joseph Stiglitz con la presentazione del modello della distribuzione della ricchezza. Siamo, purtroppo, arrivati alla terza fase dove la crisi reale comincia a trasformarsi in crisi sociale con numerosi casi di suicidi, ricorso senza precedenti alla CIG,  affollamento delle agenzie locali della Charitas, addirittura  casi di mercificazione  dei propri  organi per garantirsi la sopravvivenza. Il tutto in un contesto politico vischioso ed impantanato orientato a risolvere i problemi di più immediata necessità quali la copertura del Bilancio, l’uscita dalla procedura d’infrazione di Bruxelles, il rispetto del 3% rapporto deficit/pil, incertezza sulla soluzione Imu, introduzione pasticciata della Tares; argomenti quest’ultimi che rendono sempre più difficoltoso ed affannato l’operato delle amministrazioni locali sulle quali sono stati traslati diversi aspetti di imposizione tributaria con il compito di ricoprire anche la funzione di sostituto di imposta.

Luigi Colantonio: Bene, questo il contesto economico e politico generale. Lei nelle vesti di direttore di banca e di  consigliere comunale con  ruolo di Presidente del Consiglio, ha un termometro ben  preciso delle difficoltà dell’economia   locale.  Come e con quali strumenti possono intervenire gli amministratori locali per mitigare questa crisi  provando a risollevarne le sorti? 
Le amministrazioni comunali non sono deputate a svolgere  attività di politica  economica ma possono in parte contribuire nel risvegliare quei settori trainanti che caratterizzano le nostre località costiere quali il turistico/ricettivo e l’immobiliare ricoprendo il ruolo di “facilitatore” con  pacchetti di agevolazioni tributare quali la Tarsu/Tares, Imu ed altri canoni, da riconoscere sia alle nuove imprese che al le aziende virtuose che presentano determinate certificazioni di qualità ambientale, per un periodo ad es. di tre anni. Le amministrazioni comunali  dovranno, da subito, contribuire a facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta; il pacchetto delle agevolazioni rappresenta un buon supporto  per  le  imprese del nostro comprensorio già vessate dal cosiddetto cuneo fiscale.

Luigi Colantonio:  Con quali risorse  considerato che le amministrazioni lamentano sempre la difficoltà  di quadratura di bilancio e di progressivo taglio dei trasferimenti dal governo centrale?
Le Amministrazioni comunali hanno bisogno innanzitutto  della stabilizzazione dei flussi finanziari, aspetto che non viene al momento garantito dalla continua mutazione  delle regole impositive del Governo centrale (ad es. Imu, Tares). In presenza di stabilità dei flussi  si possono comunque adottare politiche di bilancio orientate nella direzione degli incentivi  menzionati  ottimizzando l’utilizzo di tute le risorse a disposizione.

Luigi Colantonio:  Come si “facilita” l’incontro tra la domanda e l’offerta?
Oltre ai pacchetti di agevolazioni possiamo elencare quattro iniziative che le Amministrazioni possono adottare valorizzando il  proprio personale, facendo emergere le competenze e le cosiddette “skill” presenti in organico; al cittadino interessa avere un consulente allo sportello che lo guidi alla risoluzione dei problemi . Ogni amministrazione dovrebbe creare uno “Sportello Impresa”, dinamico e propositivo che non attende il cittadino o l’imprenditore ma che lo contatti. A Pineto abbiamo adottato il nuovo Piano Agricolo ed il nuovo Piano Casa; se non avviciniamo con forum, workshop, tavoli  tecnici  le categorie di  professionisti ed imprenditoriali interessate il Piano Agricolo di Pineto, che  presenta diverse opportunità imprenditoriali, resterà soltanto una bellissima tesi di laurea così come il Piano Casa  che potrebbe risvegliare la piccola carpenteria e le ristrutturazioni  legate anche alla conferma, di questi giorni, del pacchetto delle agevolazioni sugli ecoincentivi , sarà  appannaggio di pochi. A queste si affianca anche la revisione dei Piano Regolatore Generale  con la  recente approvazione dello Schema Strutturale Strategico  con tutte le  opportunità in esso racchiuse.

immagini per intervista
L’introduzione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (Suap) è stato un primo passo importante ma ricopre una funzione tecnica ed amministrativa alla  quale deve essere affiancato un approccio basato sulla consulenza e sulla conoscenza delle potenzialità  che gli strumenti di programmazione e di pianificazione  prevedono in tutti i settori, industriale , commerciale , artigianale  e turistico.

Luigi Colantonio:  Le altre iniziative quali sono?
Il Comune di Pineto in passato ha  sperimentato lo sportello “InformaGiovani” ; penso che oggi  con tassi di disoccupazione giovanili preoccupanti  tale strumento sia  ancora più funzionale ma non soltanto per la ricerca del lavoro e del primo impiego bensì sempre per “facilitare” la conoscenza delle opportunità, la formazione, l’associazionismo, cultura, tempo libero, turismo, studio e lavoro all’estero, sport, ovvero tutti i  principali ambiti di interesse giovanile. Il tutto in completa sinergia con la rete di sportelli del Centro per  l‘Impiego Provinciale.

Luigi Colantonio: Il settore turistico è quello che ad ogni fine stagione estiva registra  risultati negativi con percentuali di perdite di presenze allarmanti ! Quali soluzioni per rivitalizzare un settore che per  le cittadine della costa rappresenta  trainante  sia a livello occupazionale che per indotto?
L’argomento è complesso e deve essere affrontato o con una prospettiva di breve periodo o con una  visione di  lungo periodo. Da anni  si lamenta  nel nostro comprensorio l’assenza di una politica del turismo incisiva e lungimirante per la quale ci vuole una scelta strategica che riassuma le peculiarità e le eccellenze di una cittadina costiera in un “brand“, che venga promosso e pubblicizzato nei canali di comunicazione specialistici. Per fare ciò bisogna prima individuare il modello che può essere anche allargato ad una intera area regionale, come ad esempio il comprensorio del Cerrano. Per restare in tema la candidatura Unesco delle Terre Cerrano non è stata percepita dagli amministratori dei tre Comuni coma una opportunità  di promozione integrata del territorio;  la miopia locale ha prevalso sul glocalismo inteso come visione organica del turismo. Il turista deve avere la percezione di vivere in ogni momento in un’unica area con una offerta unica dei servizi ; a tal proposito avevo proposto la card del Cerrano ma si è dimostrato da subito un progetto di difficile  realizzazione quando , invece, in altre realtà tale strumento ha prodotto risultati interessanti. In tale contesto ogni Comune del comprensorio  perseguirà un proprio modello , alla ricerca  della valorizzazione della propria identità.

Luigi Colantonio: Si ma a breve termine, in attesa che ognuno ritrovi la propria identità?
Il turismo è un prodotto, come tanti altri, che si vende per il prezzo e per la qualità. In un mercato altamente competitivo che risente sia della mutazione dei costumi, delle abitudini, della globalizzazione  dei consumi  bisogna sempre chiedersi perché  un turista debba scegliere le nostre località piuttosto di altre. Poi  vi è il fenomeno del pendolarismo e delle seconde case… sono tutti aspetti che rendono il settore  complesso e che richiedono una analisi dettagliata. Il livello dei prezzi dalle nostre parti sembra alto rispetto ai servizi offerti. Bisogna attivare una serie di leve in quanto il turismo locale  vive anche dei residenti, dei pendolari e non soltanto dei forestieri; sempre più spazio, quindi,  alla mobilità sostenibile, con  reti di piste ciclabili, la viabilità  fluida e la presenza di parcheggi, calendario delle manifestazioni adeguato, grandi eventi  ed una politica sulla cultura. Per la cosiddetta destagionalizzazione bisogna puntare su eventi sportivi e ricreativi che abbiano una valenza ed un respiro nazionale. Nel breve termine, pertanto, bisogna pensare ad una politica del turismo basata sui“particolari“: servizi, comunicazione, accoglienza, mobilità sostenibile e qualità delle acque, eventi, manifestazioni; tanti “particolari“  costruiscono un modello  che deve essere condiviso da tutti i cosiddetti stakeholder o portatori d‘interessi. Per essere competitivi sul nuovo mercato del turismo che si è delineato bisogna applicare, come una qualsiasi azienda, il modello di Porter con l’analisi delle cinque forze competitive che ti posizionano  sul mercato: il target di clientela che si vuole conquistare, i concorrenti diretti e quelli potenziali nonché futuri, analisi dei fornitori intesa come valutazione dei costi in termini di comunicazione, accoglienza, tour operator , forme alternative di fare turismo.  L’adozione di un modello  passa quindi dalla conoscenza del mercato.

Luigi Colantonio: Ma le strutture ricettive sono adeguate ?
Silvi Marina ha delle strutture turistiche ricettive  dimensionate a differenza di Pineto,  ed un calo di presenze si registra comunque, quindi il problema non è soltanto la capacità ricettiva quanto tutti gli altri aspetti che concorrono nella scelta di una località  piuttosto di un’altra. La presenza o meno di strutture dimensionate è diventato un aspetto secondario; bisogna prima chiedersi  perché  il turista deve venire dalle nostre parti ed a quale prezzo. La nostra è un’area altamente pregiata; una Città d’Arte come Atri, due borghi medioevali (Mutignano e Silvi Paese) una Torre Aragonese (Torre di Cerrano),  due aree protette (Riserva Naturale dei Calanchi e l’AMP Torre del  Cerrano), spiaggia con fondali bassi ed un sistema qualità ambientale ampiamente riconosciuto e ipercertificato. Non siamo  stati in grado, sino ad oggi, di trasformare un’area regionale così pregiata in  un unico contenitore  con una visione integrata del territorio. Purtroppo la politica di lungo periodo non ripaga subito  l’amministratore  di turno  e viene sottovalutata  se non  snobbata. Al che  proliferano tante iniziative le quali  prese singolarmente si presentano valide (Carta europea  sul turismo sostenibile-CTES , Dmc  “Riviera dei Borghi d’Acquaviva,  proliferazione di organismi che recano il nome Terre del Cerrano) ma che non riescono  a fare sistema , anzi creano dispersione se non confusione.

Luigi Colantonio: Il mercato immobiliare come  e quando riparte?

Il mercato immobiliare attraversa una fase  che non si riconosce  in un ciclo economico ordinario,  reso problematico da  tanti altri fattori quali la mancanza di fiducia, maggiore difficoltà di accesso al credito per vie delle maggiori garanzie richieste, precarietà del lavoro, prezzi comunque alti nonché tutti gli aspetti fiscali e tributari (imu, tares, service tax, irpef)  che fungono da  freno all’acquisto. Il mercato  ha bisogno comunque di maggiore trasparenza in quanto, nonostante tutte le barriere elencate, i prezzi sono sicuramente ancora alti. L’amministrazione comunale, anche qui, potrebbe svolgere il ruolo di “facilitatore“ adottando iniziative che favoriscano l’incontro della domanda e l’offerta.immagini per intervista
L’istituzione di una Borsa turistica/immobiliare (borsino)  fisicamente dislocata al centro della cittadina , con tutte le agenzie immobiliari e di affitto consorziate, monitor e display che riportano tutti  i prezzi di offerta delle unità immobiliari, consulenza  ed assistenza  al turista   con dati della Camera di Commercio e dell’Agenzia del Territorio  potrebbe essere un’idea.

Luigi Colantonio: Quindi in definitiva il Comune si deve ritagliare questo nuovo  ruolo di facilitatore  nel far ripartire l’economia locale,le imprese e di conseguenza l’occupazione.
Abbiamo individuato cinque leve che le Amministrazioni Comunali devono attivare però congiuntamente ed in maniera sinergica se si  vogliono risultati nell’immediato: lo Sportello Impresa, l’InformaGiovani, la Borsa Tursitico/Immobiliare,  una politica del turismo basata sui “particolari“ed il Pacchetto di Agevolazioni. In questa maniera può recitare attivamente il ruolo di facilitatore  creando le basi ed i presupposti per una ripresa dell’economia locale basata sulla manifattura, sul turismo, sull’immobiliare ed il piccolo commercio; un approccio di stampo schumpeteriano dove la creatività a volte si crea con azioni forti e discontinue. Anche se l’innovazione più importante sarebbe quella della riduzione drastica dei tempi di tutti i processi decisionali, sia di natura politica che amministrativa, indispensabile per anticipare i tempi della ripresa economica.

Quanto paga una avveduta politica ambientale in termini turistici?

Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna.

La costa teramana è stata ribattezzata Costa Blu, un brand adottato dalla Provincia di Teramo con il quale si è voluto rilanciare turisticamente tutto il litorale, esaltandone le peculiarità, la presenza di un’area marina protetta e di oasi naturalistiche, 45 chilometri di spiaggia dai fondali bassi e sabbiosi, piste ciclabili ed attrezzature turistico-ricettive adeguate, al punto che rendono questo tratto di litorale il più popoloso dell’intera costa abruzzese.

Un claim, che fa capolino al riconoscimento della “Bandiera Blu” assegnato ai sette comuni che ne fanno parte (Martinsicuro, Alba, Tortoreto, Giulianova, Roseto, Pineto, Silvi), sono le certificazione sulle qualità ambientali di una località rilasciata dalla FEE (Foundation for Environmental Education), cioè l’organizzazione non governativa e non-profit operativa in Europa dal 1987 con l’obiettivo di promuovere nei Comuni rivieraschi una politica basata sulla tutela del territorio e sulla salvaguardia dell’ambiente.

Sotto il profilo del marketing territoriale non si conosce il valore aggiunto che l’adozione del marchio “Costa Blu” abbia portato in termini di maggiore affluenza turistica, in quanto situazioni economiche e congiunturali di stagnazione sopraggiunte rendono l’analisi alquanto complessa; forse per meglio identificare la nostra costa teramana insieme a tutta la Regione Abruzzo, sarebbe stato più incisivo il brandLa costa del Gran Sasso”, ovvero altre varianti meno anonime, più identitarie e di facile localizzazione anche dall’estero.

Ottenere il riconoscimento della “Bandiera Blu” presuppone l’adozione da parte del Comune di un sistema di certificazione ambientale, una qualità delle acque di balneazione risultata eccellente nella stagione precedente, impianti adeguati per la depurazione delle acque reflue, la raccolta differenziata dei rifiuti con percentuali sempre più crescenti, parcheggi e mobilità sostenibile (bike sharing), decoro ed arredo urbano; tutti interventi che dovrebbero garantire la migliore vivibilità del territorio, ampiamente verificati dai membri della commissione preposta. Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna. Conoscere come mediamente incidano tali fattori di scelta sarebbe di supporto per migliorare sia l’aspetto promozionale di un’area regionale che il livello di qualità ambientale. Parliamo di due aspetti tra loro interdipendenti, i quali non possono più prescindere da una politica sistemica almeno di matrice provinciale. I divieti di balneazione introdotti anche per pochi giorni in alcune delle menzionate località, in piena stagione turistica, il problema dei rifiuti spiaggiati a seguito degli eventi alluvionali, le problematiche delle discariche dei rifiuti che, nonostante l’aumento della raccolta differenziata, impediscono la riduzione delle
tariffe, sono tutti aspetti che coinvolgono i comuni limitrofi e l’inefficienza in uno di questi si trasferisce nei comuni confinanti ed appartenenti ad un unico contesto territoriale.

In sintesi, per dare la garanzia di alcuni servizi e di alcune qualità ambientali, non si può prescindere da una politica territoriale organica per area regionale intesa, in termini di geografia economica, come area omogenea, gravitazionale e polarizzata, economicamente funzionale.

Proprio nel momento in cui è in corso il processo di graduale abbandono della istituzione Provincia, come Ente sovra comunale competente nei diversi servizi ed infrastrutture menzionati, si avverte invece la necessità di una cabina di regia di
caratura comprensoriale che riesca a garantire la qualità ambientale in maniera organica. A titolo di esempio, le problematiche del fiume Vomano non interessano soltanto i Comuni di Roseto e Pineto, come località terminali del suo deflusso, ma dovrebbero interessare e coinvolgere nella risoluzione tutti i Comuni lambiti dallo stesso. Proprio in questa direzione sono stati presentati e votati di recente dal Consiglio Provinciale due delibere presentate dal consigliere Robert Verrocchio, la prima orientata ad utilizzare i ribassi d’asta dei lavori che si faranno alla foce del Vomano per la messa in sicurezza dell’abitato di Scerne e della zona industriale; la seconda, invece, recepisce l’istanza delle località costiere di essere supportati dalla Provincia nel sostenimento delle spese per la rimozione dei rifiuti spiaggiati e per il successivo smaltimento come rifiuti speciali. Ci si orienta sempre più verso uno spirito solidaristico per la risoluzione di problematiche che non possono, a volte anche con disincanto, essere scaricate totalmente sui centri costieri.

In conclusione, immaginiamo un centro decisionale sovraordinato che sappia coniugare l’esigenza della qualità ambientale con quella della promozione turistica su scala provinciale, due aspetti di una stessa espressione che mirano a rendere il nostro territorio più attrattivo e ricercato, armoniosamente distribuito tra costa, collina e montagna, meglio identificabile come “La Costa Blu del Gran Sasso”.

Omaggio a tre illustri personaggi di Pineto: Tito Marucci, Nicola Patelli, Mario Torrieri

Da tempo si era alla ricerca del modo migliore per ricordare tutti i personaggi che hanno dato lustro alla cittadina di Pineto,contribuendo con il proprio operato allo sviluppo della comunità sotto vari profili, scrivendone la storia e modellandone l’identità. Si è realizzato uno stemma recante i nomi di tutti i sindaci di Pineto, esposto presso la Sala Paolo Corneli di Villa Filiani.
Un particolare: la cronologia dei sindaci parte dal dopoguerra, con la nascita della Repubblica, omettendo di fatto un pezzo di storia della giovane Pineto , fino al 1929 frazione di Mutignano.
Questo particolare non secondario era stato più volte contestato dal compianto Gianfranco Marucci, scomparso di recente , il quale rivendicava un riconoscimento anche per il padre, Ing. Tito Marucci , nominato più volte podestà , per l’intenso ed articolato contributo speso per la crescita della cittadina. Egli diceva sempre, con un piglio laconico ma deciso, “che era come voler fare la storia d’Italia partendo da Garibaldi ignorando la storia di Roma“. Si è pensato allora che l’intestazione di una piazza o di una strada fosse il riconoscimento migliore è più visibile per ringraziare coloro che con dedizione e passione hanno contribuito alla crescita della comunità pinetese.
Proprio per rendere omaggio ad alcuni di questi personaggi che “durante la loro esistenza e con il loro operato si sono distinti per la crescita storico culturale della Città di Pineto “ , l’Amministrazione Comunale ha deciso, con D.G. del 17 Maggio 2013, di intestare una piazza a Tito Marucci (l’attuale Piazza Marconi), una strada a Nicola Patelli (l’attuale Via Trieste) ed un’altra a Mario Torrieri (il tratto di strada compreso tra Via Rapisardi e Via XXV Aprile attraverso il sottovia carrabile). La scelta di questi personaggi è stata dettata dalle sollecitazioni e dalle segnalazioni di diversi cittadini.
Di seguito riportiamo una loro breve biografia illustrativa, estratta dal rapporto istruttorio della delibera , evidenziando come i tre personaggi ricoprano periodi diversi della storia di Pineto.

Tito Marucci, ingegnere, uomo di vivace cultura nonché grande ed appassionato educatore partecipò, con i famosi “Ragazzi del ’99 “, alla prima guerra mondiale sui monti del Brenta.
Podestà di Pineto dal 1936 fu opera sua l’annessione di Calvano e Scerne al Comune di Pineto. Richiamato alle armi nel Maggio del 1940 con il grado di capitano di Artiglieria, il suo incarico di Podestà fu espletato dal vice podestà Palmantonio Di Febo. Mandato in un primo momento sul fronte francese e successivamente in Albania, venne posto in congedo nel 1943, in quanto padre di quattro figli. Tornato a Pineto ricoprì nuovamente l’incarico di podestà, carica che mantenne anche senza prestare giuramento alla R.S.I., dal momento che il territorio comunale era praticamente occupato dall’esercito tedesco. Incarico che svolse con grande abilità e diplomazia riuscendo sempre a mediare la difficile situazione con le forze germaniche e assicurando alla popolazione civile, nel frattempo ingrossata da un gran numero di “sfollati “ che avevano trovato rifugio a Pineto e Mutignano, il necessario per vivere. Grazie proprio alle sue notevoli doti diplomatiche evitò che la guerra avesse conseguenze disastrose sulla pineta litoranea della cittadina ottenendo che la stessa non subisse un indiscriminato disboscamento. Dopo la liberazione si adoperò affinchè la pretesa di Atri di riappropriarsi dei territori annessi al Comune di Pineto fosse scongiurata. Nella sua qualità di appassionato educatore si adoperò, tralaltro, per la costruzione di nuove scuole nella vicina Giulianova, paese in cui svolse la professione di insegnante e preside per oltre un trentennio,quali l’Istituto Professionale ed il più pregiato Istituto Tecnico Industriale con le sue specializzazioni portandolo, per importanza, ai vertici regionali. Fu proprietario della Torre di Cerrano salvandola dalla distruzione e curandone la buona conservazione. Nato ad Atri il 4 Aprile 1898 è deceduto a Pineto il 15 Marzo 1976.

Nicola Patelli, medico, ma questo sembrava essere solo un dettaglio della sua lunghissima vita, perché il suo nome è stato sempre legato alla sua passione politica.
Sindaco di Pineto dal 1951 al 1956. Durante il suo mandato, da persona di grande cultura e soprattutto lungimirante nella visione dello sviluppo urbanistico del proprio Paese, ebbe la felice intuizione di salvaguardare il centro abitato di Pineto con la costruzione della cosiddetta “VARIANTE “, cioè la deviazione veicolare dal centro del paese all’esterno decongestionando il traffico cittadino , limitando se non eliminando i tanti incidenti che si verificavano in prossimità della curva a ridosso del ponte Calvano tanto da essere definitoa“la curva della morte“.
Nato a Penne l’11 Novembre 1904 è deceduto a Pineto il 29 Maggio 2000.

Mario Torrieri

Mario Torrieri, ragioniere, stimato funzionario della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo filiale di Pineto. Grazie alle sue capacità professionali e profonde doti umane per molto tempo ne è stato anche Vice Direttore.
Eletto Sindaco nel 1987 il suo mandato si concluse nel 1990. Tra le altre cose contribuì con determinazione all’acquisizione dei necessari fondi per la costruzione del bocciodromo nonché la progettazione e finanziamento del sottovia carrabile, nel quartiere dei Poeti, che collega la popolosa zona direttamente al prospiciente mare. Opera di cui non vide la realizzazione per la conclusione del suo mandato.
Nato a Pineto il 24 Aprile 1947 è deceduto ad Atri il 7 Settembre 2001.

 

Considerazioni

Il senso di appartenenza ad un territorio, al suo paesaggio ed alla comunità che si modella con le proprie tradizioni ed interazioni, viene solitamente definito come “amore verso la propria terra”, un legame dettato anche dai natali e dai ricordi. Se si vuole rendere ancor più pregnante questo sentimento lo si deve ancorare al seme embrionale della comunità, al timbro primordiale che diventa elemento di distinzione da altre cittadine.
Parlando di pinetesità, ad esempio, viene spontaneo pensare ad un modello urbanistico ed ambientale generato dal suo fondatore , Luigi Corrado Filiani, il quale ha fissato le coordinate geografiche della nostra cittadina con un sistema di parchi e pinete, diventato nel tempo anche il perimetro estetico alla quale ha dato il nome Pineto. Ma un’idea iniziale si trasforma in un pensiero costante, un modo coerente di concepire il territorio e l’ambiente, se viene alimentato dai successori con azioni susseguenti che andranno , negli anni, a cementare quel senso di appartenenza che possiamo tradurre in pinetesità.
A Pineto, infatti, tanti altri personaggi hanno seguito il fondatore nella sua visione ambientalista e lungimirante con la realizzazione di altre pinete, alcune delle quali recano il nome dei promotori quali la Pineta Catucci e la Pineta Di Crescenzo; con scelte importanti sul territorio , con intuizioni e caratterizzazioni , anche con una gestione amministrativa sobria ed equilibrata richiesta da alcuni periodi storici e contesti economici particolari.
Ricordando sempre e soltanto il pioniere di uno sviluppo urbano o di un modello urbanistico si rischia di dimenticare tutti gli altri successori, le opere altrettanto importanti e funzionali; bisognerebbe invece tenere vivo il ricordo dell’operato di tutti i personaggi alimentando quel senso di appartenenza che andrebbe trasferito da generazione in generazione. Con la stessa delibera la Giunta Comunale “ ha dato mandato agli uffici competenti di predisporre gli atti per l’intitolazione di aree di circolazione anche agli altri ex Sindaci del Comune di Pineto che abbiano i requisiti previsti dalla normativa vigente “.
In attesa della cerimonia di inaugurazione ci auguriamo che altri cittadini illustri, appartenenti non soltanto al mondo politico ed amministrativo, vengano ricordati promuovendo sempre di più quel sentimento ,di matrice proustiana,“ …. della ricerca della pinetesità perduta “ .

Parco Filiani. L’eterno incompiuto.

“Nato come recupero ambientale di una cava d’argilla che alimentava una vecchia fornace , voluto da Luigi Corrado Filiani , il parco si presenta oggi incompiuto …… “

con queste parole inizia il video storico di Parco Filiani realizzato dall’Associazione Arcobaleno- Città Ideale nel 2005. L’ occasione era quella del concorso di idee organizzato per rispolverare le attenzioni verso un’ area altamente pregiata ma bisognosa di interventi strutturali , il ripristino del sistema di decantazione delle acque piovane e la riqualificazione ambientale dell’intero sito.
Il concorso ebbe un grande successo e registrò la presentazione di 18 idee progettuali , diversamente articolate ma tutte interessanti con larga adesione da parte di associazioni, cittadini e professionisti. La manifestazione si concluse nel 2006 con la premiazione dei primi tre classificati e la partecipazione di amministratori locali, provinciali e regionali.
Al video sul profilo storico si aggiunsero quello riassuntivo di tutte le opere progettuali pervenute , quello artistico e la pubblicazione di una monografia intitolata “Vivere Parco Filiani “ , foriera di una situazione e di un auspicio che, purtroppo, ad oggi non si è ancora verificata : la possibilità di fruire il parco in sicurezza , potervi organizzare tutte le manifestazioni immaginabili senza essere ostacolati da alcune frequentazioni equivoche che hanno vanificato , con una serie di atti vandalici, anni di lavoro e l’impiego di ingenti risorse pubbliche.

L’attività svolta dall’Associazione era riuscita a catturare le attenzioni di amministratori regionali e provinciali con successiva concessione , nel 2008 , di un finanziamento di euro 675mila da parte della Regione Abruzzo destinati a lavori di recupero idrogeologico del sito, del sistema di canalizzazione delle acque progettato e realizzato dallo stesso Luigi Corrado Filiani , alla riqualificazione dell’intera area con nuove piantumazioni di alberi di specie diverse, l’introduzione di un sistema antincendio , l’installazione di una rete elettrica e di luci basse distribuite lungo tutto il percorso , l’installazione di una struttura in legno per l’accoglienza.

I lavori furono realizzati in regime di concessione dalla Provincia di Teramo e furono ultimati nel 2010 ; con una tempistica frettolosa l’amministrazione comunale decise per l’inaugurazione del Parco nella giornata della festa dell’albero , il 21 Novembre, sottovalutando altri aspetti importanti quali la sorveglianza e la gestione di un sito così complesso. Di lì a poco, trascorsi alcuni mesi, una serie di atti vandalici portò alla distruzione di tutte le infrastrutture , gli infissi ed i servizi della struttura in legno furono divelti , gli idranti furono impiegati come reti di pallavolo, i 25 punti luce furono tutti distrutti!

foro per articolo parco  nBreve storia

Luigi Corrado Filiani negli anni ’30 aveva lavorato sulla “ferita “ della collina, trasformandola da una cava di argilla in un parco artificiale dalla vegetazione ricca e variegata.
Poco distante da Villa Filiani , sorgeva una fornace per la cottura dell’argilla estratta dalla sovrastante collina la quale divenne, col passare del tempo , sempre più arida e brulla. Nell’Ottocento lo sviluppo urbano della costa era stato sostenuto dalle fornaci impiegate per la produzione di mattoni ed erano ubicate sempre nelle vicinanze dei centri abitati.
Il Commendador Filiani per far scomparire quel grigiore dal paesaggio della nascente
cittadina, decise di smantellare la fornace fatta erigere dal padre Vincenzo e di trasformare la cava in un parco . I lavori , iniziati nel 1927 da un gruppo di anziani lavoratori alle sue dipendenze , furono portati avanti interamente a mano e , soltanto successivamente, con l’ausilio di mezzi meccanici .
Il Parco si distribuisce su quattro livelli con terrazzamenti minori, scarpate inerbite e boscate, impluvi armati per il deflusso delle acque , sentieri di accesso con mura di contenimento, vasche di decantazione e raccolta delle acque mimetizzate nelle cisterne ricavate all’interno di due manufatti chiamati “castellucci “ .
Il grande progetto di Filiani di ricongiungere il parco alla sovrastante pinetuccia ( ampiamente illustrato nel n.195 di Eidos ) non fu realizzato in quanto venne a mancare ( 1964) mentre si stava realizzando il terzo gradone. Gli eredi lasciarono che alcuni operai ultimassero i lavori in corso ma da allora il parco ha subito un graduale fenomeno di naturalizzazione con nuove piante cresciute per disseminazione di quelle esistenti ed una vegetazione spontanea che ha invaso le scarpate . Nel 2001 la famiglia Caccianini, erede di Filiani , dona il Parco al Comune di Pineto ; di lì a breve, grazie ad un accordo di programma definito con una nota azienda locale, fu realizzato un ponte ligneo di collegamento con il centro abitato , all’altezza degli impianti sportivi, per facilitare i fruitori nell’attraversamento della SS. 16,

Considerazioni.

Il parco ha rappresentato per diverse generazioni di ragazzi pinetesi , una palestra di vita naturale dove si improvvisavano nei personaggi della letteratura di formazione , da I Ragazzi di Via Pal a Tom Sawyer e Robinson Crusoe , anticipando anche le tecniche del più moderno tree climbing .
A differenza di quanto avviene oggi ne erano allo stesso tempo custodi e protettori , lungi dal promuovere una qualsiasi forma di violenza al proprio parco.
Poche località balneari possono vantare la presenza di un parco così’ esteso in prossimità del centro abitato, un polmone verde facilmente raggiungibile che si presta a forme di fruizione più disparate quali attività ludiche, didattiche e di socializzazione con l’ organizzazione sia di mostre che di eventi musicali ; del resto basta prendere visione della fantasia espressa dai partecipanti in occasione del citato concorso di idee.
A differenza delle limitrofe Silvi e Roseto, le quali convivono ancora con le “ferite” delle proprie colline , a Pineto siamo di fronte ad un primo e vero recupero ambientale basato su tecniche di ingegneria naturalistica che hanno resistito nel tempo ed agli eventi atmosferici; le nevicate epocali degli ultimi anni ne hanno scalfito la ricchezza arborea ma il fascino del risveglio primaverile con la sua colorata fioritura è rimasto immutato.
Dopo gli atti vandalici del 2011, che ne hanno compromesso la tranquilla fruibilità da parte dei cittadini, sono stati avviati alcuni percorsi amministrativi per assegnarne la gestione e per garantirne la sicurezza. Il bando esplorativo emanato dall’ Amministrazione nel mese di Maggio 2013 ha sortito alcune proposte ad oggi al vaglio; il sistema di videosorveglianza adottato dal Consiglio Comunale prevede l’installazione di due telecamere proprio nel Parco Filiani con la copertura della relativa spesa inserita nel Bilancio di previsione 2013 .

A breve dovrebbe essere emanato un regolamento per l’utilizzo dell’area , con i divieti e le relative sanzioni per coloro che andranno ad infrangere le regole. Il ripristino del sistema elettrico ed antincendio, della struttura in legno con i relativi servizi era stato previsto nel Piano delle Opere Pubbliche , finanziati con i proventi della L.Bucalossi. La decadenza anticipata della Giunta e del Consiglio Comunale purtroppo non ha permesso l’approvazione del Bilancio di previsione e del Piano delle Opere Pubbliche ; ora si confida nella gestione straordinaria commissariale affinchè per la prossima estate il parco possa essere riproposto ai turisti ed ai cittadini nel suo splendore e nella piena funzionalità . Con la pineta storica e la “pinetuccia“, Parco Filiani delinea il perimetro verde ed estetico di Pineto ma rappresenta anche il vulnus della nostra cittadina e richiederà sempre la massima attenzione e considerazione.
Ad oggi, purtroppo, parafrasando il testo del citato video dell’Associazione Arcobaleno-Città Ideale , riflettendo sulla lunga storia del parco riportata qui in sintesi , possiamo scrivere , con molto disincanto , che rappresenta .. l’eterno incompiuto.

La Torre del Vomano: perchè ricostruirla?

PERCHE’ RICOSTRUIRLA ?

Nelle considerazioni finali del libro “Pineto, percorso storico e naturalistico “ vengono individuati sei siti da recuperare e da valorizzare per rendere ancora più definito ed intrigante il perimetro estetico del nostro territorio. Tra questi,   “ l’idea più suggestiva è quella di ricostruire la Torre Vecchia del Vomano, a Scerne di Pineto, destinandola a punto di informazione turistica nel periodo estivo e ad osservatorio della foce del fiume durane l’intero periodo dell’anno . Avremmo due torri sul litorale pinetese, una a sud, a Cerrano, l’altra a Nord sul Vomano , ricostituendo la linea storica di controllo del litorale del periodo medioevale, combattendo non più i pirati o Saraceni ma l’azione indiscriminata dell’uomo, quella deviata e irrispettosa della natura. “ .

Torre del Vomano. La storia della Torre del Vomano è quella di una torre che non c’è più, come quella del Tordino e di Salina Maggiore per restare nel vicinato; ma è quella che nasconde una doppia vita, in quanto il tratto di costa adiacente la foce del fiume Vomano fu interessata, nel XVI secolo , dal processo di fortificazione e di difesa di tutto il litorale messo in atto dagli Aragonesi con la costruzione di due torri , Torre Vecchia e Torre Nuova.

Tali strutture venivano solitamente costruite a presidio dei fiumi o degli insediamenti portuali. Nel censimento realizzato dal Governatore Carlo Gambacorta nel 1598, su indicazioni del Vicerè, si riportano le visioni prospettiche dei luoghi ove sorgevano le torri censite. La Torre de Umano viene riportata sulla sinistra del fiume ed appare circondata da alberi sparsi con colline circostanti; dietro la Torre un edificio fortificato riconducibile a Villa Patrizi ( ?!) . Il Cartaro riporta una Torre Vecchia sulla riva destra del fiume , in località dove ancora oggi esiste Case Vecchioni e la località Vomano Vecchio ; ed una Torre Nuova sulla sinistra, come il Gambacorta che la indica in Torre de Umano . Il manoscritto di Carlo Gambacorta riproduce il censimento delle torri effettuato nel 1598 ed è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.

E’ composto da 48 fogli numerati ed i primi tre fogli compongono le lettere indirizzate al conte di Olivares ed al reggente Ferrante Fornaro ed alcune note metodologiche per il censimento ed osservazioni sui problemi connessi all’avvistamento. Le torri                   d’ Abruzzo sono descritte dal foglio 30 al foglio 45 mentre al foglio 38 sono aggiunti due fogli non numerati e tutti e tre sono dedicati alla fortezza di Pescara ed agli ammodernamenti proposti. Ogni foglio scheda contiene alla sinistra in alto una prospettiva dei luoghi ; sempre alla sinistra ma in basso una sezione parallela al mare e la relativa pianta . Sulla destra sono indicati il posizionamento, il contatto visivo con le torri finitime, lo stato di consistenza e gli eventuali inconvenienti e suggerimenti . Seguono, infine, la nota degli accomodi urgenti ed il costo presunto degli stessi.

Dalla schede relative al censimento di Carlo Gambacorta , Governatore del’ Abruzzo e della Capitanata alla fine del Cinquecento e Marchese di Celenza Valfortore , si desume che la Torre del Vomano sia stata costruita nel 1568 con i lavori eseguiti da Salazar e che fosse di notevoli dimensioni considerata l’altezza di canne 7 , come risulta dall’aggiudicazione d’asta ( Vasto ).

Così come risulterebbe distrutta dalle acque nel 1578 a seguito di inondazione con successiva denunzia a carico dei costruttori Tavoldino . La cartografia riporta, pertanto, sia la Torre Vecchia, andata distrutta dopo soli dieci anni dalla costruzione sulla riva destra del Vomano, che la Torre Nuova ricostruita sulla riva sinistra del fiume indicata dal Gambacorta di canne 6 . La Torre del Vomano è indicata, in definitiva, dal censimento del 1598 e dalla cartografia come Torre Nuova se si accetta la prospettiva di Carlo Gambacorta che la colloca sulla riva sinistra del fiume. Nonostante sia stata in buone condizioni fino al 1842, utilizzata dalla Amministrazione Generale , non ha lasciato traccia né ruderi . La prospettiva di Carlo Gambacorta indica dietro la Torre, parallela al fiume , una casa fortificata da individuare. Non si esclude, dunque, che fortunati ricercatori riescano ad individuare il posizionamento della torre che si presume sia stata ricostruita su questa riva, sul lato di Roseto per intenderci, dopo la distruzione del 1578.

area dove insisteva  la Torre Vecchia del Vomano

Descrizione 1598 : Questa undicesima Torre detta di Humano in territorio di Montepagano quadrata sta distante dalla retta Torre di Cerrano verso Puglia miglia cinque e verso Abruzzo dalla Torre di Tordino miglia cinque . E’ ben collocata di buona fabrica che guarda il fiume Humano benissimo et una fontana. Ha corrispondenza con la retta Torre di Cerrano Puglia , e verso Abruzzo con la Torre di Tordino e vede la Torre di Salinello e di Librata. V’è uno smeriglio di bronzo, un pezzone di ferro e quattro arcabuggi del Caporale e v’è necessario un masco per dar segno. E’ necessario accomodare il cavalletto al pezzo di bronzo, acconciare lastraco e la garitta che ci vorrà la spesa di ducati otto circa .

La Torre Vecchia era posizionata a Scerne di Pineto , sul lato destro della  foce del Vomano

Epoca :

1568 : aggiudicata la costruzione da Salazar a Vasto ( dimensioni notevoli di canne 7 )

1578 : distrutta dalle acque. Incriminati i costruttori Tavoldino . Relazione critica dei Tortelli.

1585 : Torriero caporale de Nogueras Michele e Gio de Angatiglia di Monte Pagano.

1598 : Torriero caporale Pietri di Castro

1601 : Torriero caporale Melendes Giovanni

1761 : Torriero caporale di Domenicantonio Ambrogio

1777: custodita dagli invalidi

1842: per uso Amministrazione Generale

1955: nessuna traccia

1976: traccia storica ( Vittorio Faglia )

Presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, nella sezione manoscritti, sono conservate buste numerate contenenti una serie di disegni senza autore né data, verosimilmente della prima metà dell’ Ottocento quando furono realizzati censimenti parziali del patrimonio di difesa costiera. Per la Torre di Umano si ha una pianta del primo piano e del terrazzo, un prospetto della Torre alla destra della Torre di Cerrano e di un terreno di pertinenza della Torre. Il disegno del terrazzo sembrerebbe inesatto : la piazza dovrebbe avere superficie maggiore di quella del primo piano, a causa della controscarpa delle caditoie. Della Torre Vecchia si ha, invece, soltanto, una traccia sulla cartografia del Cartaro e del Magini, chiaramente distinta dalla vicina torre sud di Cerrano, se si assimila la segnalata Torre Nuova con la Torre Vomano

Cartografia de il Cartaro
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