URBANISTICA : la nuova Legge Regionale (n. 58/2023) e l’Ufficio di Piano quale giusto metodo per il governo e lo sviluppo responsabile del territorio.

       Gli indirizzi generali della nuova Legge Regionale sul governo del territorio possono riassumersi nel contenimento dell’utilizzo di nuovo suolo, nella rigenerazione e riqualificazione del territorio urbanizzato, nel miglioramento della qualità urbana ed edilizia  nonché   nella valorizzazione e sviluppo delle potenzialità multifunzionali delle aree agricole e forestali .  

        Pone una serie di adempimenti a carico dei Comuni con scadenze e modalità da considerarsi perentorie alle quali, anche secondo la nota prodotta    di recente dalla sezione abruzzese dell’ Unitel  ( Unione Nazionale Italiana dei Tecnici degli Enti locali ) su questa rivista, i Comuni stessi non sembrano assegnare  la giusta attenzione  e  centralità nella propria agenda  amministrativa.

        Entro il 21 Dicembre  2025  i Comuni devono provvedere  alla perimetrazione   del territorio urbanizzato   prevedendo  il consumo massimo  di nuovo suolo  pari al 4% della superficie complessiva del territorio urbanizzato, previa  una equivalente attività di desigillazione o di retrocessione a zona verde soggetta a vincolo di inedificabilità.

        Entro il 21 Dicembre 2028  i Comuni  devono approvare  il PUC ( Piano Urbanistico Comunale)  provvedendo ad adeguare  il  Regolamento Edilizio comunale . Per l’approvazione del Piano (PUC) è previsto un procedimento di formazione articolato in diverse fasi, da quella preliminare e di formazione a quella di consultazione e di partecipazione per arrivare  a quella di approvazione. Considerata la complessità del procedimento insita in entrambe le fasi di pianificazione (Perimetro e PUC), tra le righe la nuova Legge Regionale sembra “consigliare”   ai  Comuni    di dotarsi  di    un   Ufficio di Piano,  con  competenze professionali   in campo pianificatorio, paesaggistico, ambientale, giuridico ed economico finanziario.

        Il Comune di Pineto  partirebbe avvantaggiato in quanto si tratterebbe di riproporre un    organismo tecnico   positivamente sperimentato      nella consiliatura 2009-2013  che ha  portato  all’  approvazione della Variante al Piano Regolatore Extra Urbano ( Piano  Agricolo ) e la redazione del Documento  Strategico  Strutturale,  e   andrebbe a soddisfare l’esigenza  di una analisi ricognitoria   circa la    sostenibilità economica e ambientale dei  diversi PSA             ( piani di sviluppo aziendale) adottati   nel settore primario,  nonché   di  valutare  le  variegate  istanze e proposte di accordi complessi  presentate  dai privati,  se siano o  meno in coerenza con tale  Documento  Strategico    e se in linea anche, e tuttora,  con i nuovi strumenti di pianificazione urbanistica quale, appunto,   la nuova Legge Regionale  e la Re.Te Ecologica adottata di recente dalla Provincia di Teramo ; strumenti entrambi rivolti a preservare la vocazione paesaggistica dei territori e al  contenimento dell’utilizzo di nuovo suolo .

      Nell’individuare gli  indirizzi e gli obiettivi che si intendono perseguire  mediante la specifica attività di pianificazione  e la dimensione di sviluppo urbano,  non si può prescindere da una analisi socio economica aggiornata ( ultima redatta nel 2010)  e dal cosiddetto Menù delle Opere Pubbliche , ovvero individuare le opere strategiche e strutture   residuali  che  mancano  e che potranno essere perseguite  anche con una formula  mista pubblico- privato   ( a titolo di es. il polo scolastico, teatro, co-housing , impianti sportivi, strutture sociali) . La stessa perimetrazione  del territorio urbanizzato dovrebbe essere anticipata   da un avviso pubblico rivolto ai privati che intendono retrocedere la propria area edificabile in area verde o agricola, procedura già avviata da alcuni Comuni; da una ricognizione delle zone di completamento previste dal vigente PRG  e ancora da edificare  e da una attività di rimozione dei vincoli di destinazione d’uso  decaduti nella loro funzionalità pubblica  al fine di rendere edificabili alcune aree private  presenti nel  contesto urbano.  L’Ufficio di Piano dovrà preliminarmente elaborare un Quadro Conoscitivo dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano, necessario per la definizione anche della Valutazione Ambientale ( VAS)  e   nel rispetto della      “ tavola dei vincoli”.

     Pertanto, la complessità della materia  ora ridefinita governo del territorio,  la matrice  dinamica   introdotta  dalla nuova Legge Regionale  richiedono    un approccio  organico e partecipato che  l’istituzione dell’ Ufficio di  Piano  garantisce,   scansionando i giusti  tempi per l’adozione   del PUC,  evitando di rincorrere  varianti  isolate  che rischiano di  far venire meno  l’approccio olistico e organico della visione urbanistica che  l’Amministrazione procedente riassume negli indirizzi e negli obiettivi che intende perseguire  mediante  la  specifica attività di pianificazione.

LA TORRE DEL VOMANO : ipotesi di centro informativo e di controllo ambientale.

    L’idea di ricostruire la Torre del Vomano   è stata sempre   vista come un mero esercizio letterario, orientato alla ricostruzione della storia delle torri costiere, della loro funzione e della loro dislocazione sul nostro territorio. Appagati dalla sontuosa bellezza della Torre di Cerrano diventata sede dell’ Area Marina Protetta, sito di importanza comunitaria ( SIC)   e   di richiamo di un turismo   attento alle qualità ambientali e naturalistiche,    non si intravede in generale la necessità di un’altra  Torre sul litorale pinetese,  nonostante   i validi  presupposti e le   interessanti progettualità ambientali  di seguito elencate .

  Sotto il profilo storico la Torre del Vomano ha avuto una doppia vita, una brevissima ( Torre Vecchia)   sul lato destro del fiume, in località di Scerne di Pineto; l’altra  molto più longeva        ( Torre Nova )   sul lato sinistro   e presente  nel territorio di Roseto   fino alla  fine dell’800  ad  uso dell’ Amministrazione Generale  ( cfr.  Visita alle torri costiere nelle province d’Abruzzo . 1598-1976 –   Vittorio Faglia – Istituto Italiano dei Castelli – 1977 ).  

     Attraverso la ricostruzione della Torre   Vecchia si intende   valorizzare   un’area pregiata, la macchia  verde   posta alla  foce del Vomano,  da alcuni  già indicata  come oasi naturalistica WWF   per via delle   escursioni di didattica ambientale  tenutesi in passato dalle scuole primarie ; un’area     che ospita  specie ornitologiche     protette e anche rare  quali      l’ airone  spatola  e l’airone cenerino,  cavaliere d’Italia , fenicottero rosa , cormorano , martin pescatore, fratino ed altre   ( cfr. https://abruzzocamping.it  –  La grande bellezza alla foce del Vomano, di Laura De Berardinis ). 

     L’area  si inserisce in un contesto sempre più   multifunzionale  e inclusivo  dopo   l’ultimazione dell’ultimo tratto di pista ciclabile   ( Bike to Coast) che collega il   lungomare di Scerne al nuovo ponte sul Vomano,  inaugurato due anni fa;  da un parco fluviale nella sostanza già vigente,  con percorsi ciclabili  che risalgono il fiume     e tracciano itinerari  turistici-culturali, con tappa presso l’Abbazia di Propezzano, la Chiesa di San Clemente al Vomano  fino ad arrivare alla Torre  triangolare di Montegualtieri. Il contesto ben   si completa con il porto turistico  di Roseto   (  “Portorose “ ), posto sull’altra sponda del fiume  in parallelo alla macchia verde,  ed esprime  un perimetro estetico e ambientale di  pregio  da valorizzare.

  Con l’approvazione del nuovo Piano Demaniale Comunale ( Marzo 2024 ),   l” idea letteraria “ inizia a materializzarsi  prevedendosi nella  Tav. 3 del Piano  la collocazione di una struttura  adibita a “centro informativo “ ; l’art. 30  delle N.U.E     ne  prevede la realizzazione con  una “torre di avvistamento  di antica tradizione marinaresca”.  

    Rinviando  la scelta  del  disegno e il profilo architettonico della struttura a possibili  concorsi di idee, l’obiettivo principale  è ricostruire  una verticalità che diventi uno snodo centrale  polifunzionale  con un  “eco-ristoro” e  una stazione di  assistenza  bici;   un punto di informazione turistica   e  una postazione di controllo ambientale  che possa essere utilizzata  per il monitoraggio continuo delle acque, dell’aria  e dell’ambiente in generale, di tutto il comprensorio del basso Vomano in attesa  che si attivi  il    Contratto di Fiume.

     Senza tralasciare la previsione   di una postazione di   “ birdwatching “  ,  considerata la prossimità   della macchia verde posta alla foce del fiume e un presidio a disposizione della SOA ( Stazione Ornitologica Abruzzese).  Avremmo due torri sul litorale pinetese, una a sud a Cerrano, l’altra a Nord alla foce del  Vomano , ripristinando  la linea storica di controllo del litorale del periodo medioevale, “ combattendo” non più  i  Saraceni ma l’azione indiscriminata dell’uomo, quella deviata e irrispettosa della natura, valorizzando  scorci di bellezza che a volte sfuggono   e chiedono soltanto di essere  recuperati .     Ora che l’idea è stata trasposta nello strumento di pianificazione demaniale, si attende l’avvio di un percorso     virtuoso che coinvolga tutti  gli Enti  e  le  Associazioni  interessate, dalla Regione alla Provincia , al WWF  a  Legambiente,   alla SOA.  Si immagina anche che nello spazio prospiciente la Torre   potranno tenersi   eventi culturali e ricreativi compatibili e in sintonia con l’ambiente rigenerato.   

La ” rete visibile ” dello Sport

        Parafrasando il titolo di una delle opere principali di Italo Calvino, Le città invisibilivede delinearsi   sul territorio  di Pineto una rete  visibile “ di strutture e impianti sportivi   sia di recente ristrutturazione  che  in corso di  restyling  e di ampliamento .  Un processo iniziato già da alcuni anni (2017) con il nuovo manto sintetico dello storico campo “Druda”, realizzato   grazie alla generosità attiva  del Dott. Silvio Brocco,   Presidente   del Pineto Calcio, meglio riconosciuta come alta espressione di bongenismo . Un “campo verde sul mare “, come sono   soliti chiamarlo con meraviglia gli atleti e gli sportivi ospiti, completato di recente con l’adiacente campo di calcio a  5 .    Una sinergia particolare tra il Pineto Calcio  e l’Amministrazione Comunale si è creata in occasione dei lavori di adeguamento dello Stadio “Pavone- Mariani “  richiesti  per potervi disputare il campionato di LegaPro,    con una parziale compartecipazione  nelle spese dei lavori sostenuti dalla società  sportiva e riallineamento dei termini della convenzione.     Anche il campionato di A2 disputato da  Abba Pineto Volley ha richiesto alcuni lavori di adeguamento  del PalaVolley, quali il  rifacimento del manto di copertura  e l’impianto di illuminazione  a led, mentre per l’adiacente struttura Villa Park si procederà a breve con nuovo bando .

       Il sintetico del campo di  Scerne   “ Alessandro Collevecchio” ,  inaugurato lo scorso anno, ha  restituito   energia e vitalità  sia al   settore giovanile e scuola calcio  dell’ ASD Virtus Scerne 2004,   che  al Mutignano Calcio  con una migliore funzionalità  di tutto l’impianto   sportivo .     Mentre per la storica struttura del Bocciodromo, luogo anche di aggregazione sociale, sono previsti a breve lavori di efficientamento energetico, si è chiuso in questi giorni il primo step dei lavori di riqualificazione del centro sportivo   “Gli Oleandri “ con i due  campi da Padel e  l’ammodernamento degli  spogliatoi. Il secondo step   interessa la realizzazione di una struttura coperta   con campo polivante, a servizio principalmente delle scuole medie adiacenti e di altre associazioni sportive che troveranno spazio anche nella Palestra Comunale  dopo i lavori di ristrutturazione e di adeguamento  del primo piano,  già affidati. Analoga struttura coperta e polifunzionale verrà realizzata nell’ormai dismesso campo di calcio di Mutignano, grazie all’accesso ai fondi ministeriali del bando “Sport e Periferie “ e alla compartecipazione finanziaria del Comune .

    Ma   si disegnano anche maglie “invisibili” della Rete, al momento   ferme allo stato  di    idee progettuali   che raccolgono istanze del territorio come   l’ambizioso progetto di un  Palazzetto che possa ospitare gare e incontri agonistici al coperto   anche di quelle discipline sportive considerate minori,  ma non inferiori, e grandi eventi del mondo paralimpico ;  così come si parla anche di un nuovo  stadio  di dimensioni maggiori  e potenziato nei servizi,  ma qui si  intuiscono per entrambi  tempi  di realizzazione  tutt’altro che brevi .  Quindi, tra gli interventi in  progress e rinnovo delle convenzioni  in scadenza,  l’adozione di  un Regolamento sull’utilizzo di tutta l’impiantistica sportiva comunale   e  i cosiddetti  campetti di quartiere,   si staglia comunque  sul territorio una  “   rete visibile dello Sport “   pronta  ad  ospitare la vitalità  di tutte le realtà sportive pinetesi  e garantirne  l’avvio dei rispettivi campionati, siano essi  amatoriali, dilettantistici  o   professionistici .

I Love anni 80- 90 disco party : la Woodstock pinetese !

   Conosciuto come Festival di Woodstock, per motivi logistici e organizzativi   si svolse a Bethel  una piccola città rurale nello Stato di New York distante un centinaio di chilometri dalla Woodstock stessa, dal 15 al 18 Agosto 1969, all’apice della diffusione della cultura hyppie  e di tutte le  sue declinazioni nei costumi  e  nelle lotte sociali.              Nacque dall’ intuizione di quattro giovani più che ventenni che volevano mettere su un evento mai organizzato prima, una maratona ininterrotta, una tre giorni di pace musica e rock;    tre giorni che divennero quattro con il set  di Jimi Hendrix, slittato all’alba di Lunedi 18 Agosto, con una magnifica interpretazione dell’inno americano con la sola chitarra elettrica:  simbolo dell’intera edizione  e di una generazione che diceva “No” alla  guerra in Vietnam.  Nei tre giorni precedenti sfilarono sul palco i più grandi musicisti e gruppi musicali del momento .

     Ma dove trae origine questo successo di pubblico indistinto per fascia di età, soltanto nella ricerca di evasione oppure nella esigenza di creare legami?   Nella festa, che oltre allo svago crea comunità?  Jovanotti definisce i suoi concerti “ottovolanti generazionali “, concerti che riuniscono padri ai figli   grazie al corto circuito che la musica riesce a generare.  Forse, dopo l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria, la crisi, le guerre in corso si avverte l’esigenza di ridisegnare la “mappa relazionale”, come sostiene il Prof. Floyd docente universitario americano, quando dimostra che l’Occidente post Covid  avverte l’esigenza  di ristabilire contatti fisici , incontri di massa nei quali si disperde l’angoscia  generata  dalle varie cause.

   In sostanza, la ricerca di evasione da una quotidianità grafomane nei social, da una realtà di guerra di virus e di distopiche prospettive. Del resto la Musica degli Anni ’80   è stata quella del disimpegno, quella degli anni ’90   rincorreva la festa universale per la caduta del Muro di Berlino; ora si vive una penitenza ipertecnologica, periodi di isolamento e crisi energetiche, sopraffatti da un numero crescente di transizioni, da quella climatica a quella energetica per finire con quella ideologica.  Per sentirci tutti più forti abbiamo bisogno di momenti di evasione e di ancorarci al passato,  e  la musica  e  il    sound della  manifestazione  come  quella  di   “ I Love anni 80-90 “ rispondono appieno a questa  esigenza,  facendo  emergere la presenza spontanea  di un pubblico numeroso in un parco evocativo  della Pace . Anche i quattro giovani americani non pensavano di ottenere un tale successo, così come i quattro amici pinetesi   pensano già ad una due giorni per il prossimo anno, per amplificare il fenomeno della  partecipazione  spontanea  alla ricerca non solo di evasione,    per confermarsi   la “Woodstock pinetese “ .

“La pineta secolare ” e il suo futuro

      Con la  presentazione dell’ultima opera    “ La pineta secolare “ , tenutasi nell’accogliente cornice del giardino di Villa Filiani    alla presenza di un pubblico attento appassionato e vicino  all’argomento,   Adriano De Ascentiis  ci restituisce un ulteriore monito  di attenzione verso  la  pineta secolare, monumento naturalistico  ribattezzato cattedrale arborea ,  che ha sigillato l’identità della nostra cittadina.  Pineto  nomen omen, un nome un presagio  dicevano i latini .

     Il  libro riassume  la storia delle pinete litoranee abruzzesi  con connotazioni  scientifiche  ampiamente  documentate     e  pone  in risalto l’unicità della  pineta secolare di Pineto  raccontandone la  genesi, frutto  della visione di un latifondista illuminato  di nome Luigi Corrado Filiani,  erroneamente  ma rispettosamente chiamato barone come  tiene a sottolineare Adriano.

     La meticolosità con la quale  seguiva di persona   la piantumazione dei pini, sia della pineta litoranea che di  quella collinare,  la tenacia con la quale ha voluto curare la “ferita”  inferta alla collina retrostante  dallo scavo per la fornitura  di argilla  richiesta dall’opificio di mattoni  trasformandola in  un parco che oggi reca il suo nome ; la   perseveranza con la quale   ha richiesto agli  Uffici   del governo centrale   il rilascio delle autorizzazioni demaniali necessarie  per coltivare  il sogno   di un perimetro  verde di bellezza,    hanno conferito allo stesso    l’eponimo  di fondatore della città di Pineto.

     Il lavoro di Adriano, supportato sempre da atti e documenti ufficiali, chiarisce anche le   scelte e le posizioni dei politici locali quando  la pineta raggiunse la fase matura, pronta ad essere fruibile da tutti  i cittadini   superando alcune limitazioni che si stavano per imporsi.

     L’ idea dell’ urbanistica responsabile di Luigi Corrado Filiani    emergeva anche nelle prescrizioni di vendita dei vari lotti di terreno, geometricamente calibrati nell’altezza massima di costruzione con la   piantumazione di un pino per ogni angolo .   La passione, il senso panico   del fondatore che lo avvicina alla poesia dannunziana ( “La pioggia nel pineto “) , il  sogno    permanente che lo ha accompagnato per tanti anni,  sono tutti  sentimenti che confluiscono  in questa  sua missiva considerata  dai più  il manifesto della   Città  Ideale di Pineto , espresso  non da un piano regolatore   scritto ma da un semplice e caro  pensiero:

Innamorato del mio mare sul quale sono nato ed ho vissuto la mia infanzia, ho sognato e sogno, per la terra da esso lambita  e che porta il nome dei mie avi, un  avvenire di bellezza e di vita. Il sogno è in parte raggiunto ed amo sperare che le avversità degli uomini e delle cose non distruggano irreparabilmente un così modesto ma sincero e caro ideale.”

Il monito di attenzione   viene espresso  in maniera egregia e incisiva da Adriano quando   scrive  che  “  l’eredità lasciata da Filiani ai pinetesi deve essere vista al di là di una semplice piantumazione;  quello che ha lasciato è una coscienza ecologica che pervade gli abitanti originari di Pineto e che, nel solco  del suo insegnamento , deve continuare  ad essere trasmessa, attraverso  la conoscenza e la consapevolezza, alle nuove generazioni” .   

      Oltre all’ambizioso  progetto  di proseguire la pineta anche verso nord, fino a Scerne, occorre mettere in atto tutte le  buone pratiche  per salvaguardare e tutelare  quanto già si possiede  che, oltre ad essere una ricchezza   e  un monumento arboreo  distintivo,   rappresenta anche un patrimonio fragile  e  vulnerabile   da proteggere e attenzionare,  esprimendo   quella coscienza ecologica  che si auspica  venga ereditata  da tutti coloro che sono deputati ad occuparsene.

   Le varie proposte di valorizzazione della pineta che ricorrono periodicamente,  riguardano più l’aspetto   turistico e commerciale  finalizzato ad un maggior utilizzo  della stessa nella fascia oraria serale,  che devono trovare una collaborazione sinergica  tra  le associazioni di categoria, in particolare quella dei balneatori,  e  l’amministrazione comunale. L’ intervento  prevalente che si propone è quella del potenziamento dell’illuminazione  con particolari effetti cromatici da inserire tra i vari filari che, verosimilmente, dovranno trovare  l’assenso  della Sovraintendenza. 

Prioritari ad oggi, per salvaguardare la longevità della componente arborea, per preservare la matrice identitaria della Città di Pineto e per continuare a beneficiarne delle qualità ecologiche e ambientali,  sono   i seguenti  processi, alcuni già attivati   e da portare a conclusione, e altri da  avviare :

  • Regolamento d’uso del Demanio  e delle aree retrostanti ( pineta)
  • Life-net
  • Sistema antincendio
  • Catasto degli Alberi Monumentali.

REGOLAMENTO   D’ USO  DEL DEMANIO E DELL’AREE RETROSTANTI  (  Pineta )  

Unitamente all’approvazione definitiva del Piano Demaniale Comunale ( PDC)   da parte del Commissario Prefettizio ( Marzo  2024 ) , non vi è stata l’approvazione del  “ Regolamento d’Uso del  Demanio  e delle aree retrostanti “    che era da tenersi con  separato atto consiliare   (rif. Delibera C.C.  n. 4 del  4 Marzo 2022 ) .

Sempre nel suo libro , Adriano  De Ascentiis  ricorda che dei 1.500 pini messi a dimora  nel 1923 ( pineta storica) ad oggi ne  rimangono 520 esemplari   e che occorre, pertanto,  “la messa in campo di adeguate cure colturali, della protezione del soprassuolo, alla  eliminazione di tanti detrattori  ( campi da gioco, aree picnic, tavolini, calpestio etc..) senza i quali nulla potrà scongiurare nel prossimo futuro, un’inevitabile deperimento della  straordinaria  pineta che tanto fortuna  ha portato alla cittadina di Pineto. “

Una iniziale stesura del Regolamento risale al 2016, e la mancata adozione viene sopperita periodicamente dalle   ordinanze regionali  e sindacali  che ne  disciplinano i comportamenti    e le modalità di utilizzo .  L’uso della pineta, sia di quella storica che del neo rimboschimento   sino ad arrivare alla Torre,   richiede una  disciplina particolareggiata    e  una serie di divieti  da condividere   con l’Area Marina Protetta, garantendo una fruizione attenta e responsabile della stessa.   Imprescindibile è anche la previsione della   dotazione    per tutti i concessionari di stabilimenti balneari, ma anche per  quelli di solo ombreggio, di  un proprio sistema antincendio ; così come sono da regolarizzare  i diversi campi di  bocce,  i percorsi salute ,  i  campetti da gioco  e i    giochi generici ormai disseminati    in ogni porzione di pineta.

IL  SISTEMA ANTINCENDIO

Il sistema al momento  vigente,  dovrebbe assicurare   lo spegnimento degli incendi   in superficie   mentre  deve essere implementato  e potenziato per   affrontare incendi più invasivi.    E’ quanto emerso, a grandi linee, nella simulazione di intervento   della protezione civile  tenutosi nel 2017,  quando furono coinvolti nella esercitazione anche i canadair.

Nel  Piano  delle OO. PP – annualità 2025-  sono previsti “lavori per la messa in sicurezza della pineta storica – sistema antincendio “   per  un importo di euro 200.000; le risorse sono da ricercare  tra i contributi regionali/ministeriali con un progetto ancora da  redigire.  Il sistema antincendio presente nel Parco Filiani, invece, è stato verificato nella sua funzionalità nel  2022.   Nel frattempo l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano, con delibera n.14 dell’8 Aprile 2024,  ha  approvato il progetto esecutivo per la realizzazione di un sistema  antincendio  costituito da idranti a secco da installare a servizio della pineta litoranea sul territorio del Comune di Pineto, nel tratto  compreso tra Santa Maria a Valle e l’ingresso sud alla Torre di Cerrano, per un ammontare complessivo del progetto di euro 20.575.  

PROGETTO LIFE_A GRENN -Net

I sette Comuni della costa teramana si sono costituiti in ATS ( Associazione temporanea di scopo)  nel  2019  nell’ambito del Progetto Strategico  “Città della  Costa”  al fine di intercettare risorse derivanti  da finanziamenti europei  ( Fondi FESR 2021-2027),  perseguendo  l’obiettivo  di affrontare le problematiche in comune  che  in forme,  effetti e dimensioni diverse impattano sul proprio territorio . La Convenzione è stata firmata  nel mese di Dicembre 2023   con Atto di impegno del Contratto  Interregionale  di Forestazione Urbana , e prevede una percentuale di compartecipazione  di risorse finanziarie da parte di ogni Comune.  

   Gli interventi   sulla pineta storica riguardano lavori di consolidamento, di recupero del suolo,  di nuovi impianti di pineta e barriera, di rimonda del secco . Le aree di intervento individuate sono 12 .

CATASTO DEGLI ALBERI MONUMENTALI

Il “Regolamento del verde pubblico e privato “ adottato  nel 2022     esprime all’art. 2 una classificazione  delle specie arboree, a ciascuna delle quali viene abbinato  un diverso grado di tutela.  L’art. 7 prevede particolari disposizioni per la tutela  degli ALBERI  di GRANDE RILEVANZA , definiti come  esemplari arborei di qualsiasi specie vegetale avente  il diametro del tronco superiore  a 80 cm ( 251 cm di circonferenza);  nello specifico il comma 6  recita “ Nel caso di alberi monumentali, tutelati ai sensi della L.R 21  Giugno 1996 n. 38 e  della Legge 10/2013 , qualunque  intervento di manutenzione  deve essere preventivamente  autorizzato dal settore di competenza . Analoga autorizzazione deve essere richiesta per gli abbattimenti dei suddetti esemplari  “ .

L’istituzione del Catasto degli Alberi Monumentali, pertanto, rappresenta  una grande opportunità soprattutto  per l’accesso ai finanziamenti regionali e comunitari   da destinare alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio arboreo stesso..   L’Art. 7 della Legge 10/2013   include tra gli alberi monumentali, oltre al singolo albero di alto fusto da considerare monumentale  per longevità,  rarità e dimensioni, i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi  quelli inseriti nei centri urbani.  Chi  più della Città di Pineto ( nomen omen)  vanta  un numero di   filari di alto pregio paesaggistico  con  riflessi culturali e identari, di valenza storica e paesaggistica ? Parliamo della pineta storica, di quella del neorimboschimento, di Parco Filiani   per restare nel pubblico ma con diversi contesti  presenti nelle ville signorili, della Pinetuccia che si estende sul crinale della collina e di altre pinete di proprietà privata. Vi sono inoltre  diverse querce e  roverelle  di grande rilevanza,   oltre ai diversi alberi di gelso che  richiamano la storica attività del bacologico a Pineto sin dalla fine del 18^ secolo .  Tale lavoro può avvalersi e avviarsi del censimento del patrimonio arboreo  pubblico realizzato  in  occasione della stesura del  “Regolamento del verde pubblico e privato”.

In sintesi, il “futuro ” della pineta secolare passa attraverso una serie di attività di natura strutturale da portare avanti con metodo qualitativo e parallelo , incrociando i giusti interventi di valorizzazione turistica e commerciale.