La street art

L’artista francesce  avvolto  da una misteriosa identità ,  chiamato semplicemente  JR, si definisce un  “artivista “, una via di mezzo tra  l’artista e l’attivista . Conosciuto in tutto il mondo per le sue gigantogafrie che hanno tappezzato  spazi di città importanti , dalle palazzine di Los Angeles alle bidonville di Nairobi, dai  grattacieli di Shangai  ai bordi della Senna ,  e’ un graffitaro di volti , stampa i ritratti in formato gigante,  lavora in clandestinità , si firma con le solo iniziali ;  volti di donne, uomini , bambini  che rappresentano la storia , la memoria delle città e delle persone  che la vivono . Sul muro che separa Israele da Gaza , ha affisso volti di palestinesi  sul lato israeliano , e di israeliani sul lato palestinese. Per i suoi blitz si avvale di una piccola squadra di amici a  bordo di una camionetta.  Come Bono e Bill Clinton ha avuto il riconoscimento  del prestigioso Ted Prize .

Stazione di Scerne di Pineto

Un fenomeno da studiare a parte  che merita approfondimenti  per i risvolti sociali e politici del suo modo di concepire l’arte.   Ci soffermiamo ,invece, su come viene concepita la “street art ” nella nostra cittadina.  Negli anni si sono accumulati  sfregi  colorati  sulle pareti della stazione ferroviaria, su distaccati muretti    del centro abitato,  nei sottopassi ;  simboli colorati che  “cozzano” sulle pareti  austere e sobrie del  “castelluccio ” di Parco Filiani, sulle mura di recinzioni con richiami a nefasti riti e credi satanici e religiosi non meglio identificati .  Alcuni spazi   ospitano delle immagini gradevoli quali il calamaro  dipinto  sulla cabina nei pressi dell’ Hotel Garden,  o  una semplice scritta sulla cascina solitaria ubicata in zona quadro,  un sobrio  disegno  sull’argine del torrente  Calvano nei pressi della foce .

Sottopasso Villa Fumosa

La città  europea che più di tutte  ha osservato il mutamento della concezione della “street art ” probabilmente  è Berlino , dove la proliferazione di graffiti , collage e stencils  che ricoprono i muri della città sono tali che  si ha l’impressione di vivere in  una pinacoteca all’aperto.  Agli inizi degli anni  Settanta a Berlino Ovest    gli albori della street art fu concepita come contestazione politica , con il muro che  divideva la città  a rappresentare  l’assurdità di quella divisione. Dopo la riunificazione, invece,  sulle ali della ritrovata libertà  i graffiti  divennero sempre più colorati, con una  proliferazione di opere soprattutto nei quartiere della  vecchia Berlino Est.  Ora invece l’arte urbana  non rappresenta più un veicolo  di attività politica  , sempre più orientata verso il disimpegno e  proiettata alla ricerca di  un raffinato tecnicismo , non più spazi  aperti e frequentati   bensì intimi e discreti .  Il mercato inizia ad interpretare il  ruolo dominante con diversi festival   di arte urbana , gallerie  dove si  esprimono le migliori pratiche digitali; la commercializzazione è considerata l’altra grande  mutazione della street art . L’iniziativa dell’amministrazione  comunale di  dotarsi di un disciplinare per la realizzazione di murales e l’esercizio di spry art su spazi pubblici , è da lodare perseguendo  il duplice obiettivo di combattere vandalismi  al patrimonio comunale  e di valorizzare alcune realtà artistico -giovanili.

Cascina isolata zoan piano quadro

Sono stati individuati spazi dedicati quali i sottopassi Via del Mare e della Stazione (Scerne), il muro perimetrale  dello stadio “MImmo Pavone “, muri  esterni degli edifici  scolastici  (previa autorizzazione della direzione didattica), il sottopasso del parco della Pace ed il cunicolo ubicato  a sud della Stazione Centrale.  L’opera non deve contenere  disegni o scritte che possano risultare in contrasto con le norme sull’ordine  pubblico o  offensive del pubblico pudore, della morale o della persona  e non contenere messaggi di carattere politico, o pubblicitari espliciti   o impliciti , contenuti intolleranti e/o offensivi nei confronti delle religioni , delle etnie e dei generi.

Sottopasso  Parco della Pace

Una Città Sottile  ospita  volentieri  murales  variegati,  vivaci chiazze di colori , strisce    cromatiche  che  interrompono la linearità del paesaggio. Quelli realizzati  non colpiscono, il più delle volte,  per il  contenuto dell’opera,  belli  a priori in quanto trasmettno vivacità  e gioia,  oscuri  però  per il messaggio  e  per l’assoluta assenza  di ‘appartenenza al territorio. I murales di Mutignano, quelli sì,  si inseriscono nella storia  e nella memoria del borgo antico, nella tragedie, nelle attività agricole e di odinaria quotidianità  della vita  della borgata;  il murales rappresenta un frammento  di architettura urbana  che ne completa il profilo e l’idendità.

Sottopasso Parco della Pace

Forse il disciplinare andrebbe in parte corretto  con indicazioni  più puntuali  e tematici  agli autori interessati,     con un legame  sempre più prossimo  tra l’opera artistica ed il territorio.  Alcuni di questi murales sembrano fine  a stessti ,  avulsi  ed estranei  dalla storia del territorio e della cittadina, nè tantomeno ne disegnano il futuro .  Bella la vivacità , evanescente la finalità .  Per concludere con il grande JR , l’artivista  si  esprime sempre per temi  quali Face to Face (volti dei palestinesi  affissi sul lato israeliano e viceversa )  , Woman are Heroes  (  eroine di ogni  giorno che fanno andare avanti il mondo ) ,  One Wish to Change the World  (un desiderio che cambia il mondo  , Bill Clinton  aveva usato il premio per sostenere  progetti di acqua potabile in Ruanda ),  Inside Out  (un progetto partecipativo e globale  , migliaia di ritratti autoprodotti  e poi esposti in luoghi pubblici: tanti  Jr crescono).

Cunicolo nei pressi della Stazione Centrale

Sottopasso Parco della Pace

I trabocchi di Pineto: un’idea per tutti!

 Vi sono  alcune strutture  o costruzioni  appartenenti a luoghi  lontani   e  vicini , disegnati o   fotografate, figlie anche di romanzi di formazione   quali i castelli ,  le torri  ed i  fari che hanno da sempre suscitato  un  proprio fascino , contenitori di storia  e  di attese, di  partenze e di arrivi , di lavoro e di osservazione. Sulla costa abruzzese  imperano  i totem  di  un vecchio metodo di  pescare conosciuti  con il  termine trabocco , etimologicamente variegato ,   una struttura di legno di Aleppo  che ha garantito  il pescato per generazioni agli   abitanti della costa . Ora , questo attrezzo che si erge  e si sviluppa a forma di ragnatela , ha acquistato una valenza paesaggistica,  naturalistica e di promozione della costa  abruzzese   .  Chi non ha avuto ancora modo    di assaggiare i momenti  deliziosi di una cena su un trabocco si perde qualcosa di particolarmente intimo,  di singolare perchè  alle diverse portate si alternano  momenti di osservazione  della quiete del mare e del saluto del sole,  a momenti di riflessione sulla  valenza marinaresca della struttura , immaginando le non secondarie fatiche di un tempo  richieste per la raccolta del pescato .   Sono stato sempre affascinato dal faro  come simbolo ed indentità di una costa,  ma il trabocco suscita ancora più emozione   in quanto,  soltanto a guardarlo  si ha  la sensazione che stia lì immobile a raccontare  la  storia di intere famiglie, dei loro sforzi  , delle loro speranze     e della loro ripetitiva quotidianità .

 Ordunque  la costa pinetese  la   possiamo suddividere in tre zone, quella  tradizionalmente sabbiosa, quella a maggiore tutela con la presenza di dune  nell’area marina protetta e quella ghiaiosa  che dal fiume Vomano si estende fino alla zona nord di Pineto.  Questa ghiaia ritenuta da sempre  fastidiosa   negli ultimi anni, in assenza di alcuna possibilità di poterla rimuovere, è stata rivalutata  in quanto  sono stati concepiti  nel frattempo diversi modi di vivere la spiaggia, meno comodi e rilassanti , ma comunque vitali . In questo tratto  piccoli frammenti di spiaggia sono stati adattati ad alaggi per  imbarcazioni a vela ,   sono spuntate  zone d’erba  destinate  a cucire la spiaggia con la  pista ciclabile, stile lungomare di Scerne; diversi  sono  gli amanti della pesca con lenza   con il proprio  raggio d’azione esistenziale ;  da ultimo alcuni frangiflutti ed i pennelli  proiettati al largo iniziano a conferire a questa spiaggia un’aspetto particolare ed esclusivo, non roccioso  ma  figlia di tante pietre . Proviamo ad immaginare   due  o tre trabocchi  dislocati in questo tratto di spiaggia;  proporrei   chiamarli istituzionali o comunali con libero accesso e fruibilità da parte di tutti ( naturalmente previa regolamentazione )  i cittadini .  Sarebbe una ulteriore chicca   e punto di attrazione del ns. territorio da aggiungere alla ricostruzione della Torre del Vomano al termine della pista ciclabile. Qualcuno  eccepirà sicuramente che la ns .zona è priva di tradizione marinaresca se non   nella declinazione  della piccola pesca e  di quella sportiva ;  che  il contesto della costa dei trabocchi è ben diverso  con i fondali limpidi  grazie alla presenza uniforme della roccia; che storicamente  e per tradizione il trabocco non ci appartiene.   Nonostante tutto  proviamo ad immaginarne la presenza e l’utilizzo non  funzionale all’attività di pesca ma soltanto per fini  attrattivi   non escludendo la  possibilità di potervi  realizzare una piccola  ristorazione. Non avremmo il copyright ma  a volte bisogna avere il coraggio di mutuare le cose belle e positive da altri territori  conferendogli la giusta valenza  ed adattibilità . Anche la ghiaia  non ci sarà più ostica  magari se in compagnia di qualche frangliflutto o di masso roccioso  in  più !!!