“La pineta secolare ” e il suo futuro

      Con la  presentazione dell’ultima opera    “ La pineta secolare “ , tenutasi nell’accogliente cornice del giardino di Villa Filiani    alla presenza di un pubblico attento appassionato e vicino  all’argomento,   Adriano De Ascentiis  ci restituisce un ulteriore monito  di attenzione verso  la  pineta secolare, monumento naturalistico  ribattezzato cattedrale arborea ,  che ha sigillato l’identità della nostra cittadina.  Pineto  nomen omen, un nome un presagio  dicevano i latini .

     Il  libro riassume  la storia delle pinete litoranee abruzzesi  con connotazioni  scientifiche  ampiamente  documentate     e  pone  in risalto l’unicità della  pineta secolare di Pineto  raccontandone la  genesi, frutto  della visione di un latifondista illuminato  di nome Luigi Corrado Filiani,  erroneamente  ma rispettosamente chiamato barone come  tiene a sottolineare Adriano.

     La meticolosità con la quale  seguiva di persona   la piantumazione dei pini, sia della pineta litoranea che di  quella collinare,  la tenacia con la quale ha voluto curare la “ferita”  inferta alla collina retrostante  dallo scavo per la fornitura  di argilla  richiesta dall’opificio di mattoni  trasformandola in  un parco che oggi reca il suo nome ; la   perseveranza con la quale   ha richiesto agli  Uffici   del governo centrale   il rilascio delle autorizzazioni demaniali necessarie  per coltivare  il sogno   di un perimetro  verde di bellezza,    hanno conferito allo stesso    l’eponimo  di fondatore della città di Pineto.

     Il lavoro di Adriano, supportato sempre da atti e documenti ufficiali, chiarisce anche le   scelte e le posizioni dei politici locali quando  la pineta raggiunse la fase matura, pronta ad essere fruibile da tutti  i cittadini   superando alcune limitazioni che si stavano per imporsi.

     L’ idea dell’ urbanistica responsabile di Luigi Corrado Filiani    emergeva anche nelle prescrizioni di vendita dei vari lotti di terreno, geometricamente calibrati nell’altezza massima di costruzione con la   piantumazione di un pino per ogni angolo .   La passione, il senso panico   del fondatore che lo avvicina alla poesia dannunziana ( “La pioggia nel pineto “) , il  sogno    permanente che lo ha accompagnato per tanti anni,  sono tutti  sentimenti che confluiscono  in questa  sua missiva considerata  dai più  il manifesto della   Città  Ideale di Pineto , espresso  non da un piano regolatore   scritto ma da un semplice e caro  pensiero:

Innamorato del mio mare sul quale sono nato ed ho vissuto la mia infanzia, ho sognato e sogno, per la terra da esso lambita  e che porta il nome dei mie avi, un  avvenire di bellezza e di vita. Il sogno è in parte raggiunto ed amo sperare che le avversità degli uomini e delle cose non distruggano irreparabilmente un così modesto ma sincero e caro ideale.”

Il monito di attenzione   viene espresso  in maniera egregia e incisiva da Adriano quando   scrive  che  “  l’eredità lasciata da Filiani ai pinetesi deve essere vista al di là di una semplice piantumazione;  quello che ha lasciato è una coscienza ecologica che pervade gli abitanti originari di Pineto e che, nel solco  del suo insegnamento , deve continuare  ad essere trasmessa, attraverso  la conoscenza e la consapevolezza, alle nuove generazioni” .   

      Oltre all’ambizioso  progetto  di proseguire la pineta anche verso nord, fino a Scerne, occorre mettere in atto tutte le  buone pratiche  per salvaguardare e tutelare  quanto già si possiede  che, oltre ad essere una ricchezza   e  un monumento arboreo  distintivo,   rappresenta anche un patrimonio fragile  e  vulnerabile   da proteggere e attenzionare,  esprimendo   quella coscienza ecologica  che si auspica  venga ereditata  da tutti coloro che sono deputati ad occuparsene.

   Le varie proposte di valorizzazione della pineta che ricorrono periodicamente,  riguardano più l’aspetto   turistico e commerciale  finalizzato ad un maggior utilizzo  della stessa nella fascia oraria serale,  che devono trovare una collaborazione sinergica  tra  le associazioni di categoria, in particolare quella dei balneatori,  e  l’amministrazione comunale. L’ intervento  prevalente che si propone è quella del potenziamento dell’illuminazione  con particolari effetti cromatici da inserire tra i vari filari che, verosimilmente, dovranno trovare  l’assenso  della Sovraintendenza. 

Prioritari ad oggi, per salvaguardare la longevità della componente arborea, per preservare la matrice identitaria della Città di Pineto e per continuare a beneficiarne delle qualità ecologiche e ambientali,  sono   i seguenti  processi, alcuni già attivati   e da portare a conclusione, e altri da  avviare :

  • Regolamento d’uso del Demanio  e delle aree retrostanti ( pineta)
  • Life-net
  • Sistema antincendio
  • Catasto degli Alberi Monumentali.

REGOLAMENTO   D’ USO  DEL DEMANIO E DELL’AREE RETROSTANTI  (  Pineta )  

Unitamente all’approvazione definitiva del Piano Demaniale Comunale ( PDC)   da parte del Commissario Prefettizio ( Marzo  2024 ) , non vi è stata l’approvazione del  “ Regolamento d’Uso del  Demanio  e delle aree retrostanti “    che era da tenersi con  separato atto consiliare   (rif. Delibera C.C.  n. 4 del  4 Marzo 2022 ) .

Sempre nel suo libro , Adriano  De Ascentiis  ricorda che dei 1.500 pini messi a dimora  nel 1923 ( pineta storica) ad oggi ne  rimangono 520 esemplari   e che occorre, pertanto,  “la messa in campo di adeguate cure colturali, della protezione del soprassuolo, alla  eliminazione di tanti detrattori  ( campi da gioco, aree picnic, tavolini, calpestio etc..) senza i quali nulla potrà scongiurare nel prossimo futuro, un’inevitabile deperimento della  straordinaria  pineta che tanto fortuna  ha portato alla cittadina di Pineto. “

Una iniziale stesura del Regolamento risale al 2016, e la mancata adozione viene sopperita periodicamente dalle   ordinanze regionali  e sindacali  che ne  disciplinano i comportamenti    e le modalità di utilizzo .  L’uso della pineta, sia di quella storica che del neo rimboschimento   sino ad arrivare alla Torre,   richiede una  disciplina particolareggiata    e  una serie di divieti  da condividere   con l’Area Marina Protetta, garantendo una fruizione attenta e responsabile della stessa.   Imprescindibile è anche la previsione della   dotazione    per tutti i concessionari di stabilimenti balneari, ma anche per  quelli di solo ombreggio, di  un proprio sistema antincendio ; così come sono da regolarizzare  i diversi campi di  bocce,  i percorsi salute ,  i  campetti da gioco  e i    giochi generici ormai disseminati    in ogni porzione di pineta.

IL  SISTEMA ANTINCENDIO

Il sistema al momento  vigente,  dovrebbe assicurare   lo spegnimento degli incendi   in superficie   mentre  deve essere implementato  e potenziato per   affrontare incendi più invasivi.    E’ quanto emerso, a grandi linee, nella simulazione di intervento   della protezione civile  tenutosi nel 2017,  quando furono coinvolti nella esercitazione anche i canadair.

Nel  Piano  delle OO. PP – annualità 2025-  sono previsti “lavori per la messa in sicurezza della pineta storica – sistema antincendio “   per  un importo di euro 200.000; le risorse sono da ricercare  tra i contributi regionali/ministeriali con un progetto ancora da  redigire.  Il sistema antincendio presente nel Parco Filiani, invece, è stato verificato nella sua funzionalità nel  2022.   Nel frattempo l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano, con delibera n.14 dell’8 Aprile 2024,  ha  approvato il progetto esecutivo per la realizzazione di un sistema  antincendio  costituito da idranti a secco da installare a servizio della pineta litoranea sul territorio del Comune di Pineto, nel tratto  compreso tra Santa Maria a Valle e l’ingresso sud alla Torre di Cerrano, per un ammontare complessivo del progetto di euro 20.575.  

PROGETTO LIFE_A GRENN -Net

I sette Comuni della costa teramana si sono costituiti in ATS ( Associazione temporanea di scopo)  nel  2019  nell’ambito del Progetto Strategico  “Città della  Costa”  al fine di intercettare risorse derivanti  da finanziamenti europei  ( Fondi FESR 2021-2027),  perseguendo  l’obiettivo  di affrontare le problematiche in comune  che  in forme,  effetti e dimensioni diverse impattano sul proprio territorio . La Convenzione è stata firmata  nel mese di Dicembre 2023   con Atto di impegno del Contratto  Interregionale  di Forestazione Urbana , e prevede una percentuale di compartecipazione  di risorse finanziarie da parte di ogni Comune.  

   Gli interventi   sulla pineta storica riguardano lavori di consolidamento, di recupero del suolo,  di nuovi impianti di pineta e barriera, di rimonda del secco . Le aree di intervento individuate sono 12 .

CATASTO DEGLI ALBERI MONUMENTALI

Il “Regolamento del verde pubblico e privato “ adottato  nel 2022     esprime all’art. 2 una classificazione  delle specie arboree, a ciascuna delle quali viene abbinato  un diverso grado di tutela.  L’art. 7 prevede particolari disposizioni per la tutela  degli ALBERI  di GRANDE RILEVANZA , definiti come  esemplari arborei di qualsiasi specie vegetale avente  il diametro del tronco superiore  a 80 cm ( 251 cm di circonferenza);  nello specifico il comma 6  recita “ Nel caso di alberi monumentali, tutelati ai sensi della L.R 21  Giugno 1996 n. 38 e  della Legge 10/2013 , qualunque  intervento di manutenzione  deve essere preventivamente  autorizzato dal settore di competenza . Analoga autorizzazione deve essere richiesta per gli abbattimenti dei suddetti esemplari  “ .

L’istituzione del Catasto degli Alberi Monumentali, pertanto, rappresenta  una grande opportunità soprattutto  per l’accesso ai finanziamenti regionali e comunitari   da destinare alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio arboreo stesso..   L’Art. 7 della Legge 10/2013   include tra gli alberi monumentali, oltre al singolo albero di alto fusto da considerare monumentale  per longevità,  rarità e dimensioni, i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi  quelli inseriti nei centri urbani.  Chi  più della Città di Pineto ( nomen omen)  vanta  un numero di   filari di alto pregio paesaggistico  con  riflessi culturali e identari, di valenza storica e paesaggistica ? Parliamo della pineta storica, di quella del neorimboschimento, di Parco Filiani   per restare nel pubblico ma con diversi contesti  presenti nelle ville signorili, della Pinetuccia che si estende sul crinale della collina e di altre pinete di proprietà privata. Vi sono inoltre  diverse querce e  roverelle  di grande rilevanza,   oltre ai diversi alberi di gelso che  richiamano la storica attività del bacologico a Pineto sin dalla fine del 18^ secolo .  Tale lavoro può avvalersi e avviarsi del censimento del patrimonio arboreo  pubblico realizzato  in  occasione della stesura del  “Regolamento del verde pubblico e privato”.

In sintesi, il “futuro ” della pineta secolare passa attraverso una serie di attività di natura strutturale da portare avanti con metodo qualitativo e parallelo , incrociando i giusti interventi di valorizzazione turistica e commerciale.

Ri-vivere Parco Filiani: inaugurato a Pineto il nuovo Parco Avventura

“Una bellissima cartolina di Pineto che si animerà con i percorsi acrobatici delineati dalle funi, tiranti ed atelier che sembrano ricucire le distanze tra i diversi pini “

Alla festosa presenza degli alunni della scuola primaria di Pineto, il 29 Ottobre si è tenuta l’inaugurazione del nuovo Parco Avventura realizzato all’interno della pregiatissima area di proprietà pubblica che reca il nome del fondatore di Pineto. Per l’occasione  è   stato rispolverato il claim “Ri-vivere Parco Filiani”, adottato nel 2010 per il cerimoniale di fine lavori di riqualificazione del Parco e di intervento idrogeologico finanziati dalla  Regione Abruzzo e realizzati in concessione dalla Provincia di Teramo. Un richiamo scaramantico  e di stigma di quegli atti vandalici che si consumarono subito dopo e che ne hanno compromesso in questi anni la fruibilità, con la devastazione della struttura  in legno dedicata all’accoglienza, la rottura del sistema antincendio e di tutti i punti luce  distribuiti all’interno dell’area.

Una nuvola piena di pensieri , di progetti da ultimare, di sinergie da adottare per valorizzare al meglio una delle aree più affascinanti  ed attrattive della costa abruzzese, ha accompagnato  gli interventi delle autorità locali e centrali nonchè del nuovo gestore, Linda Montauti ed il suo staff, dando voce al taglio del nastro e scrivendo una bellissima  pagina di storia della cittadina di Pineto.

Tecnicamente chiamato Parco Acrobatico, sotto il profilo della comunicazione  e del marketing territoriale viene preferita la dizione Park Adventure, occupa circa un ettaro dell’intera area che ha una superficie quattro volte superiore con sei percorsi acrobatici  di crescente difficoltà, realizzati  nell’assoluto rispetto della flora e dell’ambiente. Per i più piccoli,  con un’altezza di almeno 80cm vi è il percorso “Bimbi”; a salire con  un’altezza di almeno 110cm,  i percorsi “Gnomi 1” e  “Gnomi 2”, il percorso “Verde” per coloro con un’altezza di almeno 110 cm, e percorso “Blu” per il quale si deve avere un’altezza di almeno 140 cm. Ultimo percorso è quello “Rosso”, il più  impegnativo ed avventuroso che caratterizza l’iniziativa con il quale si potranno cimentare coloro con un’altezza di almeno 150 cm.

La ditta aggiudicatrice del bando gestisce anche il Parco Avventura di Prati di Tivo, aspetto che gasrantisce professionalità e competenza, dedizione e passione. La concessione prevede che tutta l’area sia  sempre accessibile, fruendo in assoluta sicurezza  e libertà i percorsi ciclopedonali illustrati nella bacheca posizionata agli ingressi.  Sarà un parco attenzionato  con una iniziale ordinanza firmata dal Sindaco Robert Verrocchio che ne disciplina  le regole ed i divieti, alla quale seguirà un regolamento  ancora più puntuale: il gestore installerà un sistema di videosorveglianza e garantirà la manutenzione del verde, quella macchia arborea mediterranea che fa del Parco un giardino botanico  naturale e spontaneo, frutto di una grande illuminazione di Luigi Corrado  Filiani. Le due idee di giardino e  di parco avventura andranno a convivere andranno a convivere, ci auguriamo per lungo tempo   ed in perfetta simbiosi.  I più attratti sono i bambini  ed i ragazzi, i quali si  immedesimano  nei loro personaggi della letteratura di  formazione o al più datato Indaina Jones, trasformando  quello  che le precedenti generazioni  facevano in maniera avventata ed irresponsabile in un più sicuro tree climbing .

Verrà pubblicizzato come  “Parco Avventura del Cerrano ” per creare una grande sinergia sotto il profilo  turistico ed ambientale con l’Area Marina Protetta e la Riserva WWF dei Calanchi di Atri . Sulla costa adriatica il Parco Avventura più vicino è quello di  Cervia, anch’esso inserito all’interno  di un Parco ancora più esteso  con attività tematiche ancor più variegate. Ma si avrà l’opportunità di discernere anche la magia del posto, conoscerne la storia, immaginare l’impulso illuminato del suo ideatore alle prese con le tecniche di ingegneria naturalistica  per trasformare una collina arida e brulla, un tempo  fornitrice di argilla per l’antistante fornace, in un patrimonio verde di  inestimabile valore.

Quanto paga una avveduta politica ambientale in termini turistici?

Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna.

La costa teramana è stata ribattezzata Costa Blu, un brand adottato dalla Provincia di Teramo con il quale si è voluto rilanciare turisticamente tutto il litorale, esaltandone le peculiarità, la presenza di un’area marina protetta e di oasi naturalistiche, 45 chilometri di spiaggia dai fondali bassi e sabbiosi, piste ciclabili ed attrezzature turistico-ricettive adeguate, al punto che rendono questo tratto di litorale il più popoloso dell’intera costa abruzzese.

Un claim, che fa capolino al riconoscimento della “Bandiera Blu” assegnato ai sette comuni che ne fanno parte (Martinsicuro, Alba, Tortoreto, Giulianova, Roseto, Pineto, Silvi), sono le certificazione sulle qualità ambientali di una località rilasciata dalla FEE (Foundation for Environmental Education), cioè l’organizzazione non governativa e non-profit operativa in Europa dal 1987 con l’obiettivo di promuovere nei Comuni rivieraschi una politica basata sulla tutela del territorio e sulla salvaguardia dell’ambiente.

Sotto il profilo del marketing territoriale non si conosce il valore aggiunto che l’adozione del marchio “Costa Blu” abbia portato in termini di maggiore affluenza turistica, in quanto situazioni economiche e congiunturali di stagnazione sopraggiunte rendono l’analisi alquanto complessa; forse per meglio identificare la nostra costa teramana insieme a tutta la Regione Abruzzo, sarebbe stato più incisivo il brandLa costa del Gran Sasso”, ovvero altre varianti meno anonime, più identitarie e di facile localizzazione anche dall’estero.

Ottenere il riconoscimento della “Bandiera Blu” presuppone l’adozione da parte del Comune di un sistema di certificazione ambientale, una qualità delle acque di balneazione risultata eccellente nella stagione precedente, impianti adeguati per la depurazione delle acque reflue, la raccolta differenziata dei rifiuti con percentuali sempre più crescenti, parcheggi e mobilità sostenibile (bike sharing), decoro ed arredo urbano; tutti interventi che dovrebbero garantire la migliore vivibilità del territorio, ampiamente verificati dai membri della commissione preposta. Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna. Conoscere come mediamente incidano tali fattori di scelta sarebbe di supporto per migliorare sia l’aspetto promozionale di un’area regionale che il livello di qualità ambientale. Parliamo di due aspetti tra loro interdipendenti, i quali non possono più prescindere da una politica sistemica almeno di matrice provinciale. I divieti di balneazione introdotti anche per pochi giorni in alcune delle menzionate località, in piena stagione turistica, il problema dei rifiuti spiaggiati a seguito degli eventi alluvionali, le problematiche delle discariche dei rifiuti che, nonostante l’aumento della raccolta differenziata, impediscono la riduzione delle
tariffe, sono tutti aspetti che coinvolgono i comuni limitrofi e l’inefficienza in uno di questi si trasferisce nei comuni confinanti ed appartenenti ad un unico contesto territoriale.

In sintesi, per dare la garanzia di alcuni servizi e di alcune qualità ambientali, non si può prescindere da una politica territoriale organica per area regionale intesa, in termini di geografia economica, come area omogenea, gravitazionale e polarizzata, economicamente funzionale.

Proprio nel momento in cui è in corso il processo di graduale abbandono della istituzione Provincia, come Ente sovra comunale competente nei diversi servizi ed infrastrutture menzionati, si avverte invece la necessità di una cabina di regia di
caratura comprensoriale che riesca a garantire la qualità ambientale in maniera organica. A titolo di esempio, le problematiche del fiume Vomano non interessano soltanto i Comuni di Roseto e Pineto, come località terminali del suo deflusso, ma dovrebbero interessare e coinvolgere nella risoluzione tutti i Comuni lambiti dallo stesso. Proprio in questa direzione sono stati presentati e votati di recente dal Consiglio Provinciale due delibere presentate dal consigliere Robert Verrocchio, la prima orientata ad utilizzare i ribassi d’asta dei lavori che si faranno alla foce del Vomano per la messa in sicurezza dell’abitato di Scerne e della zona industriale; la seconda, invece, recepisce l’istanza delle località costiere di essere supportati dalla Provincia nel sostenimento delle spese per la rimozione dei rifiuti spiaggiati e per il successivo smaltimento come rifiuti speciali. Ci si orienta sempre più verso uno spirito solidaristico per la risoluzione di problematiche che non possono, a volte anche con disincanto, essere scaricate totalmente sui centri costieri.

In conclusione, immaginiamo un centro decisionale sovraordinato che sappia coniugare l’esigenza della qualità ambientale con quella della promozione turistica su scala provinciale, due aspetti di una stessa espressione che mirano a rendere il nostro territorio più attrattivo e ricercato, armoniosamente distribuito tra costa, collina e montagna, meglio identificabile come “La Costa Blu del Gran Sasso”.

L’orto degli aranci

Ai margini della S.S. 16  ed all’altezza del ponte che collega  il centro abitato a Parco Filiani, si  ravvisano alcuni ruderi di  mura in mattoni   che un tempo  formavano  la recinzione dell’ Orto degli Aranci . Tale orto ,infatti, ospitava  alberi da frutta  ed ortaggi e venivano  curate con passione   e dedizione da L.C. Filiani . Oggi l’area è attraversata dalla S.S.16 mentre un tempo  rappresentva un continuum con  la  dimora di Villa Filiani e la fornace antistante,  come si evince dalla foto in bianco  e nero.

Foto in B/N  con l'Orto degli Aranci integro

La Città Sottile , nella sua immaginaria  realizzazione, tende a recuperare gli  spazi urbani del passato riadattandoli al presente , al contesto urbano     con le  funzionalità odierne   dell’orto urbano . l’ ” Urban farming ”  inteso come coltivazione del proprio orto  che cresce sui balconi  o nei giardini privati , oppure inteso anche come orto  sociale e condiviso  , è ormai un fenomeno che muove anche  un giro d’affari  interessante.

La valenza dell’orto urbano  inteso come  recupero di spazi pubblici   da affidare ai cittadini nell’ottica  sociale dell’integrazione  e della inclusione , è sempre più  apprezzata da alcuni amministratori .  L’idea, inoltre,  di interrompere l’omologazione del tessuto urbano  dettato da rigidi piani regolatori, affascina ancora di più  nel momento in cui sono gli stessi cittadini  destinatari dell’affidamento  della gestione  dell’orto  urbano , con  tutte le varianti possiibli ed immaginarie.  Un breve cenno  anche all’aspetto  didattico e terapeutico , di reinserimento ,  e di terapia anche sociale.

L’idea di recuperare l’ Orto degli Aranci di Pineto e di  affidarlo ad un gruppo  di cittadini di età anche diversa per assicurarne la relazione intergenerazionale, si presenta affascinante e  realizzabile.  Si andrebbe a salvaguardare un pezzo di storia della nostra cittadina  cogliendo , nel contempo,  un recupero di spazio urbano che   potrebbe essere, a livello architettonico , anche un punto di attrazione.

Immaginiamo l’orto con le piante  di frutta ed una piccola struttura in legno  adibita   all’accoglienza ,  recintato con vetro  e mattoni . Un orto  con queste caratteristiche , all’interno di Parco Filiani , non farebbe altro che aumentanre il livello di fruibilità   preservando il contesto ambientale dell’intera area  sia sotto il profilo storico che architettonico.

L’unica  barriera, non di poco conto , è  che tale area dove insistono i ruderi dell’ Orto degli Aranci è  di proprietà privata .

Contesto urbano

La posa dei nidi

Poco prima dell’estate scorsa , nel tratto della pista ciclabile prossimo a Scerne di Pineto, tra il profumo delle ginestre e delle tamerici  è stata inaugurata  una posa dei nidi su un’area di circa 200 mq. . In  quest’area è possibile ammirare la presenza di diversi uccelli migratori , presenti sulla nostra costa  alcuni mesi dell’anno ; tra questi i più conosciuti  sono sicuramente il fratino ed il Cavaliere d’Italia  ma si può intercettare anche l’airone, soprattutto alla foce del Vomano  ( in pochi sanno  che  il tratto terminale del Vomano è riconociuta come oasi Wwf provinciale ) .

Alla presenza del Sindaco  Luciano Monticelli e di Adriano De Ascentiis , direttore dell’ Oasi WWF dei calanchi di Atri ,   alcune scolaresche  hanno potutto apprezzare la visione  di mangiatoie e di nidi artificiali dove  le varie specie di  uccelli trovano riposo e ristoro.

Un sito particolare  arricchito da una nota artistica  espressa dai  diversi cartelloni illustratitivi  dell’avifauna realizzati da  Roberto e Chiara Druda, due  artisti pinetesi che hanno contribuito  a far conoscere le sembianze di diversi uccelli  che in questa posa possono muovere i  primi passi .

Oggi, a distanza di  pochi mesi, qualcuno ha pensato  di rimuovere impropriamente  quei pannelli  che più  che cartelloni  illustrativi definirei opere  artistiche.   Dopo gli atti vandalici   reiterati  nel sito più pregiato di Parco Filiani , assistiamo impotenti , all’ennesimo attto di violenza  gratuita   nei confronti della bellezza del paesaggio  e a dispetto delle iniziative culturamente pregevoli .

Un invito a coloro che  possono  fornire informazioni  utili per individuare gli autori di tali atti irresponsabili ed insensati a  darne  comunicazione alle autorità competenti.

Per  consolarci  allego alcune foto  scattate  durante una piacevole escursione in bicicletta . Ne rimane purtroppo solo il ricordo.