Parco Filiani. L’eterno incompiuto.

“Nato come recupero ambientale di una cava d’argilla che alimentava una vecchia fornace , voluto da Luigi Corrado Filiani , il parco si presenta oggi incompiuto …… “

con queste parole inizia il video storico di Parco Filiani realizzato dall’Associazione Arcobaleno- Città Ideale nel 2005. L’ occasione era quella del concorso di idee organizzato per rispolverare le attenzioni verso un’ area altamente pregiata ma bisognosa di interventi strutturali , il ripristino del sistema di decantazione delle acque piovane e la riqualificazione ambientale dell’intero sito.
Il concorso ebbe un grande successo e registrò la presentazione di 18 idee progettuali , diversamente articolate ma tutte interessanti con larga adesione da parte di associazioni, cittadini e professionisti. La manifestazione si concluse nel 2006 con la premiazione dei primi tre classificati e la partecipazione di amministratori locali, provinciali e regionali.
Al video sul profilo storico si aggiunsero quello riassuntivo di tutte le opere progettuali pervenute , quello artistico e la pubblicazione di una monografia intitolata “Vivere Parco Filiani “ , foriera di una situazione e di un auspicio che, purtroppo, ad oggi non si è ancora verificata : la possibilità di fruire il parco in sicurezza , potervi organizzare tutte le manifestazioni immaginabili senza essere ostacolati da alcune frequentazioni equivoche che hanno vanificato , con una serie di atti vandalici, anni di lavoro e l’impiego di ingenti risorse pubbliche.

L’attività svolta dall’Associazione era riuscita a catturare le attenzioni di amministratori regionali e provinciali con successiva concessione , nel 2008 , di un finanziamento di euro 675mila da parte della Regione Abruzzo destinati a lavori di recupero idrogeologico del sito, del sistema di canalizzazione delle acque progettato e realizzato dallo stesso Luigi Corrado Filiani , alla riqualificazione dell’intera area con nuove piantumazioni di alberi di specie diverse, l’introduzione di un sistema antincendio , l’installazione di una rete elettrica e di luci basse distribuite lungo tutto il percorso , l’installazione di una struttura in legno per l’accoglienza.

I lavori furono realizzati in regime di concessione dalla Provincia di Teramo e furono ultimati nel 2010 ; con una tempistica frettolosa l’amministrazione comunale decise per l’inaugurazione del Parco nella giornata della festa dell’albero , il 21 Novembre, sottovalutando altri aspetti importanti quali la sorveglianza e la gestione di un sito così complesso. Di lì a poco, trascorsi alcuni mesi, una serie di atti vandalici portò alla distruzione di tutte le infrastrutture , gli infissi ed i servizi della struttura in legno furono divelti , gli idranti furono impiegati come reti di pallavolo, i 25 punti luce furono tutti distrutti!

foro per articolo parco  nBreve storia

Luigi Corrado Filiani negli anni ’30 aveva lavorato sulla “ferita “ della collina, trasformandola da una cava di argilla in un parco artificiale dalla vegetazione ricca e variegata.
Poco distante da Villa Filiani , sorgeva una fornace per la cottura dell’argilla estratta dalla sovrastante collina la quale divenne, col passare del tempo , sempre più arida e brulla. Nell’Ottocento lo sviluppo urbano della costa era stato sostenuto dalle fornaci impiegate per la produzione di mattoni ed erano ubicate sempre nelle vicinanze dei centri abitati.
Il Commendador Filiani per far scomparire quel grigiore dal paesaggio della nascente
cittadina, decise di smantellare la fornace fatta erigere dal padre Vincenzo e di trasformare la cava in un parco . I lavori , iniziati nel 1927 da un gruppo di anziani lavoratori alle sue dipendenze , furono portati avanti interamente a mano e , soltanto successivamente, con l’ausilio di mezzi meccanici .
Il Parco si distribuisce su quattro livelli con terrazzamenti minori, scarpate inerbite e boscate, impluvi armati per il deflusso delle acque , sentieri di accesso con mura di contenimento, vasche di decantazione e raccolta delle acque mimetizzate nelle cisterne ricavate all’interno di due manufatti chiamati “castellucci “ .
Il grande progetto di Filiani di ricongiungere il parco alla sovrastante pinetuccia ( ampiamente illustrato nel n.195 di Eidos ) non fu realizzato in quanto venne a mancare ( 1964) mentre si stava realizzando il terzo gradone. Gli eredi lasciarono che alcuni operai ultimassero i lavori in corso ma da allora il parco ha subito un graduale fenomeno di naturalizzazione con nuove piante cresciute per disseminazione di quelle esistenti ed una vegetazione spontanea che ha invaso le scarpate . Nel 2001 la famiglia Caccianini, erede di Filiani , dona il Parco al Comune di Pineto ; di lì a breve, grazie ad un accordo di programma definito con una nota azienda locale, fu realizzato un ponte ligneo di collegamento con il centro abitato , all’altezza degli impianti sportivi, per facilitare i fruitori nell’attraversamento della SS. 16,

Considerazioni.

Il parco ha rappresentato per diverse generazioni di ragazzi pinetesi , una palestra di vita naturale dove si improvvisavano nei personaggi della letteratura di formazione , da I Ragazzi di Via Pal a Tom Sawyer e Robinson Crusoe , anticipando anche le tecniche del più moderno tree climbing .
A differenza di quanto avviene oggi ne erano allo stesso tempo custodi e protettori , lungi dal promuovere una qualsiasi forma di violenza al proprio parco.
Poche località balneari possono vantare la presenza di un parco così’ esteso in prossimità del centro abitato, un polmone verde facilmente raggiungibile che si presta a forme di fruizione più disparate quali attività ludiche, didattiche e di socializzazione con l’ organizzazione sia di mostre che di eventi musicali ; del resto basta prendere visione della fantasia espressa dai partecipanti in occasione del citato concorso di idee.
A differenza delle limitrofe Silvi e Roseto, le quali convivono ancora con le “ferite” delle proprie colline , a Pineto siamo di fronte ad un primo e vero recupero ambientale basato su tecniche di ingegneria naturalistica che hanno resistito nel tempo ed agli eventi atmosferici; le nevicate epocali degli ultimi anni ne hanno scalfito la ricchezza arborea ma il fascino del risveglio primaverile con la sua colorata fioritura è rimasto immutato.
Dopo gli atti vandalici del 2011, che ne hanno compromesso la tranquilla fruibilità da parte dei cittadini, sono stati avviati alcuni percorsi amministrativi per assegnarne la gestione e per garantirne la sicurezza. Il bando esplorativo emanato dall’ Amministrazione nel mese di Maggio 2013 ha sortito alcune proposte ad oggi al vaglio; il sistema di videosorveglianza adottato dal Consiglio Comunale prevede l’installazione di due telecamere proprio nel Parco Filiani con la copertura della relativa spesa inserita nel Bilancio di previsione 2013 .

A breve dovrebbe essere emanato un regolamento per l’utilizzo dell’area , con i divieti e le relative sanzioni per coloro che andranno ad infrangere le regole. Il ripristino del sistema elettrico ed antincendio, della struttura in legno con i relativi servizi era stato previsto nel Piano delle Opere Pubbliche , finanziati con i proventi della L.Bucalossi. La decadenza anticipata della Giunta e del Consiglio Comunale purtroppo non ha permesso l’approvazione del Bilancio di previsione e del Piano delle Opere Pubbliche ; ora si confida nella gestione straordinaria commissariale affinchè per la prossima estate il parco possa essere riproposto ai turisti ed ai cittadini nel suo splendore e nella piena funzionalità . Con la pineta storica e la “pinetuccia“, Parco Filiani delinea il perimetro verde ed estetico di Pineto ma rappresenta anche il vulnus della nostra cittadina e richiederà sempre la massima attenzione e considerazione.
Ad oggi, purtroppo, parafrasando il testo del citato video dell’Associazione Arcobaleno-Città Ideale , riflettendo sulla lunga storia del parco riportata qui in sintesi , possiamo scrivere , con molto disincanto , che rappresenta .. l’eterno incompiuto.