Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna.
La costa teramana è stata ribattezzata Costa Blu, un brand adottato dalla Provincia di Teramo con il quale si è voluto rilanciare turisticamente tutto il litorale, esaltandone le peculiarità, la presenza di un’area marina protetta e di oasi naturalistiche, 45 chilometri di spiaggia dai fondali bassi e sabbiosi, piste ciclabili ed attrezzature turistico-ricettive adeguate, al punto che rendono questo tratto di litorale il più popoloso dell’intera costa abruzzese.
Un claim, che fa capolino al riconoscimento della “Bandiera Blu” assegnato ai sette comuni che ne fanno parte (Martinsicuro, Alba, Tortoreto, Giulianova, Roseto, Pineto, Silvi), sono le certificazione sulle qualità ambientali di una località rilasciata dalla FEE (Foundation for Environmental Education), cioè l’organizzazione non governativa e non-profit operativa in Europa dal 1987 con l’obiettivo di promuovere nei Comuni rivieraschi una politica basata sulla tutela del territorio e sulla salvaguardia dell’ambiente.
Sotto il profilo del marketing territoriale non si conosce il valore aggiunto che l’adozione del marchio “Costa Blu” abbia portato in termini di maggiore affluenza turistica, in quanto situazioni economiche e congiunturali di stagnazione sopraggiunte rendono l’analisi alquanto complessa; forse per meglio identificare la nostra costa teramana insieme a tutta la Regione Abruzzo, sarebbe stato più incisivo il brand “La costa del Gran Sasso”, ovvero altre varianti meno anonime, più identitarie e di facile localizzazione anche dall’estero.
Ottenere il riconoscimento della “Bandiera Blu” presuppone l’adozione da parte del Comune di un sistema di certificazione ambientale, una qualità delle acque di balneazione risultata eccellente nella stagione precedente, impianti adeguati per la depurazione delle acque reflue, la raccolta differenziata dei rifiuti con percentuali sempre più crescenti, parcheggi e mobilità sostenibile (bike sharing), decoro ed arredo urbano; tutti interventi che dovrebbero garantire la migliore vivibilità del territorio, ampiamente verificati dai membri della commissione preposta. Insieme alle qualità ambientali di una località, il turista valuta, verosimilmente, anche la presenza di itinerari storico-culturali, di tipo enogastronomico, la qualità degli eventi e delle manifestazioni, la immediata fruibilità della collina e della montagna. Conoscere come mediamente incidano tali fattori di scelta sarebbe di supporto per migliorare sia l’aspetto promozionale di un’area regionale che il livello di qualità ambientale. Parliamo di due aspetti tra loro interdipendenti, i quali non possono più prescindere da una politica sistemica almeno di matrice provinciale. I divieti di balneazione introdotti anche per pochi giorni in alcune delle menzionate località, in piena stagione turistica, il problema dei rifiuti spiaggiati a seguito degli eventi alluvionali, le problematiche delle discariche dei rifiuti che, nonostante l’aumento della raccolta differenziata, impediscono la riduzione delle
tariffe, sono tutti aspetti che coinvolgono i comuni limitrofi e l’inefficienza in uno di questi si trasferisce nei comuni confinanti ed appartenenti ad un unico contesto territoriale.
In sintesi, per dare la garanzia di alcuni servizi e di alcune qualità ambientali, non si può prescindere da una politica territoriale organica per area regionale intesa, in termini di geografia economica, come area omogenea, gravitazionale e polarizzata, economicamente funzionale.
Proprio nel momento in cui è in corso il processo di graduale abbandono della istituzione Provincia, come Ente sovra comunale competente nei diversi servizi ed infrastrutture menzionati, si avverte invece la necessità di una cabina di regia di
caratura comprensoriale che riesca a garantire la qualità ambientale in maniera organica. A titolo di esempio, le problematiche del fiume Vomano non interessano soltanto i Comuni di Roseto e Pineto, come località terminali del suo deflusso, ma dovrebbero interessare e coinvolgere nella risoluzione tutti i Comuni lambiti dallo stesso. Proprio in questa direzione sono stati presentati e votati di recente dal Consiglio Provinciale due delibere presentate dal consigliere Robert Verrocchio, la prima orientata ad utilizzare i ribassi d’asta dei lavori che si faranno alla foce del Vomano per la messa in sicurezza dell’abitato di Scerne e della zona industriale; la seconda, invece, recepisce l’istanza delle località costiere di essere supportati dalla Provincia nel sostenimento delle spese per la rimozione dei rifiuti spiaggiati e per il successivo smaltimento come rifiuti speciali. Ci si orienta sempre più verso uno spirito solidaristico per la risoluzione di problematiche che non possono, a volte anche con disincanto, essere scaricate totalmente sui centri costieri.
In conclusione, immaginiamo un centro decisionale sovraordinato che sappia coniugare l’esigenza della qualità ambientale con quella della promozione turistica su scala provinciale, due aspetti di una stessa espressione che mirano a rendere il nostro territorio più attrattivo e ricercato, armoniosamente distribuito tra costa, collina e montagna, meglio identificabile come “La Costa Blu del Gran Sasso”.